Era stato licenziato dal suo istituto di ricerca in Germania per essersi rifiutato di rientrare in aereo dalla Papua Nuova Guinea: una scelta legata al suo impegno ambientale e alla volontà di non inquinare. Ora Gianluca Grimalda, ricercatore in scienze sociali applicate all’ambiente, è tornato in Italia per Natale. Dopo aver percorso 26mila chilometri in oltre due mesi con navi, traghetti, treni e pullman, attraversando 13 Paesi, lo studioso è sbarcato in patria con un traghetto da Igoumenitsa a Bari. Un viaggio “lento” e sostenibile con cui, secondo i suoi calcoli, ha risparmiato circa 4,5 tonnellate di CO2 rispetto alla stessa tratta percorsa in aereo.
“Mi sento così fortunato a poter viaggiare in questo modo e vedere tanta bellezza. E trovo in qualche modo inspiegabile che il sole possa essere allo stesso tempo fonte di bellezza ma anche portatore di tanta sofferenza con il riscaldamento globale”, ha scritto sul suo canale Instagram alcuni giorni fa, come didascalia a un video di un tramonto sul mare. “Questa esperienza è stata enormemente arricchente dal punto di vista umano. Raccogliere il sostegno di migliaia di persone attraverso i social media, persone che mi hanno chiesto di continuare con la mia azione di opposizione allo sconsiderato uso dei combustibili fossili, mi riempie di orgoglio”, ha raccontato. “Molti ricercatori mi hanno anche chiesto consiglio su come intraprendere viaggi inter-continentali a bassa intensità di carbonio“, ha aggiunto.
Grimalda è un attivista della rete italiana e tedesca di Scientist Rebellion, segmento accademico del movimento ambientalista Extinction Rebellion: lavorava da dieci anni per il Kiel Institute for World Economy, prima di essere licenziato lo scorso ottobre. Da gennaio a giugno prenderà servizio all’Università di Passau come ricercatore in visita. La vertenza legale con l’Istituto tedesco – che gli aveva intimato di rientrare dalla Papua Nuova Guinea in tre giorni, pena la perdita del posto di lavoro – è ancora aperta: la prossima udienza si terrà il 22 febbraio . Nel frattempo però una petizione che chiede il suo reintegro ha raccolto già quasi novemila firme.
Lo scienziato si è espresso anche in merito alla recente Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e sull’importanza di adottare scelte radicali come la sua: “Osservare il fallimento della Cop28 nel prendere impegni sostanziali e vincolanti per ridurre emissioni clima-alteranti mi rende ancora più convinto della necessità di azioni radicali per sensibilizzare le persone sul grave stato degli eco-sistemi terrestri”.
Ambiente & Veleni
Gianluca Grimalda, il ricercatore licenziato perché non voleva prendere l’aereo torna in Italia dopo un viaggio di 26mila chilometri
Era stato licenziato dal suo istituto di ricerca in Germania per essersi rifiutato di rientrare in aereo dalla Papua Nuova Guinea: una scelta legata al suo impegno ambientale e alla volontà di non inquinare. Ora Gianluca Grimalda, ricercatore in scienze sociali applicate all’ambiente, è tornato in Italia per Natale. Dopo aver percorso 26mila chilometri in oltre due mesi con navi, traghetti, treni e pullman, attraversando 13 Paesi, lo studioso è sbarcato in patria con un traghetto da Igoumenitsa a Bari. Un viaggio “lento” e sostenibile con cui, secondo i suoi calcoli, ha risparmiato circa 4,5 tonnellate di CO2 rispetto alla stessa tratta percorsa in aereo.
“Mi sento così fortunato a poter viaggiare in questo modo e vedere tanta bellezza. E trovo in qualche modo inspiegabile che il sole possa essere allo stesso tempo fonte di bellezza ma anche portatore di tanta sofferenza con il riscaldamento globale”, ha scritto sul suo canale Instagram alcuni giorni fa, come didascalia a un video di un tramonto sul mare. “Questa esperienza è stata enormemente arricchente dal punto di vista umano. Raccogliere il sostegno di migliaia di persone attraverso i social media, persone che mi hanno chiesto di continuare con la mia azione di opposizione allo sconsiderato uso dei combustibili fossili, mi riempie di orgoglio”, ha raccontato. “Molti ricercatori mi hanno anche chiesto consiglio su come intraprendere viaggi inter-continentali a bassa intensità di carbonio“, ha aggiunto.
Grimalda è un attivista della rete italiana e tedesca di Scientist Rebellion, segmento accademico del movimento ambientalista Extinction Rebellion: lavorava da dieci anni per il Kiel Institute for World Economy, prima di essere licenziato lo scorso ottobre. Da gennaio a giugno prenderà servizio all’Università di Passau come ricercatore in visita. La vertenza legale con l’Istituto tedesco – che gli aveva intimato di rientrare dalla Papua Nuova Guinea in tre giorni, pena la perdita del posto di lavoro – è ancora aperta: la prossima udienza si terrà il 22 febbraio . Nel frattempo però una petizione che chiede il suo reintegro ha raccolto già quasi novemila firme.
Lo scienziato si è espresso anche in merito alla recente Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e sull’importanza di adottare scelte radicali come la sua: “Osservare il fallimento della Cop28 nel prendere impegni sostanziali e vincolanti per ridurre emissioni clima-alteranti mi rende ancora più convinto della necessità di azioni radicali per sensibilizzare le persone sul grave stato degli eco-sistemi terrestri”.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.