“Adesso basta! L’8 gennaio i nostri ragazzi devono tornare a scuola in presenza”. I genitori della media “Fontana” chiedono al Comune di La Spezia di trovare un posto dove i loro figli possano tornare a fare lezione, dopo la chiusura della scuola di via Romana, nel quartiere Melara, per il crollo di una parte del soffitto del bagno che ha ferito una ragazzina. Gli studenti erano già stati costretti a trasferirsi in questo vecchio edificio a causa dei lavori di demolizione e ricostruzione del loro istituto, nel quartiere del Canaletto. Ma ora sono rimasti orfani anche delle aule “sostitutive“. Così sei classi sono a casa da giovedì 14 dicembre, giorno dell’incidente, e ancora non si intravede una soluzione in vista della ripresa delle lezioni a gennaio.
L’unica proposta avanzata finora dal Comune al dirigente, Tiziano Lucchin, è quella di trasferire le classi in un’altra scuola, la secondaria “Formentini”, facendo fare loro lezione al pomeriggio. Una soluzione contestata dalle famiglie, ma anche dallo stesso preside: “Dovremmo mandarli a scuola alle due del pomeriggio per finire alle otto della sera? In più in questo modo dovremmo rinunciare a tutte quelle attività, come il corso musicale o quello sportivo, che in genere vengono svolte a seguito delle ore di lezione al mattino. Non posso accettare questa idea”, dice al fatto.it. In città però gli spazi scarseggiano: molti istituti sono interessati dai cantieri per i progetti del Pnrr e non possono ospitare i ragazzi della “Fontana”. E non sembra praticabile nemmeno la soluzione d’emergenza dei container, perché manca un luogo adatto dove posizionarli. I giorni per risolvere il problema sono contati: mamme e papà non vogliono saperne di lasciare i figli ancora a casa e nemmeno di farli tornare alla didattica a distanza. E si dicono pronti a fare denuncia in Procura, “perché il Comune non riesce a garantire un diritto costituzionale, quello all’istruzione”.
Il caso si trascina ormai da una settimana. Giovedì 14, infatti, una ragazzina è stata travolta dal crollo del controsoffitto del bagno ed è finita all’ospedale per una ferita in testa. Da quel momento il preside Lucchin non ha fatto più entrare i ragazzi a scuola: ha chiesto al Comune un immediato sopralluogo, svolto in giornata senza tuttavia arrivare a un’ordinanza di chiusura da parte del sindaco. Solo lunedì 18 l’ufficio tecnico comunale ha comunicato al dirigente che la struttura sarebbe stata oggetto di lavori. La giunta ha deciso di rendere immediatamente disponibili circa 110mila euro per intervenire su tutti i soffitti e i solai del fabbricato: di onseguenza, nessuno dei settanta studenti è potuto tornare a fare lezione. Per loro sono state messe a disposizione esercitazioni e contenuti “on demand” sulla piattaforma dell’istituto. “Dal momento che per il ministero la dad non è più un’attività formativa, abbiamo pensato di dare un sostegno ai nostri allievi in questo modo; non abbiamo fatto delle vere e proprie lezioni online ma abbiamo fornito delle proposte sul nostro sito”, spiega il preside.
La situazione non piace alle famiglie, che nei giorni scorsi, in occasione di una seduta del Consiglio comunale, hanno pacificamente “occupato” i corridoi del municipio per chiedere certezze al sindaco. Sono arrivate solo rassicurazioni generiche: “Il Comune ha detto ai genitori che troverà una soluzione se i lavori non saranno ultimati. È chiaro che con le feste di mezzo, il cantiere, l’8 gennaio sarà ancora aperto. L’amministrazione, infatti, nel frattempo mi ha chiesto di spostare i ragazzi al “Formentini” ma non è possibile”, racconta Lucchin. Il dirigente è seriamente preoccupato: “In previsione delle iscrizioni di gennaio, per il nuovo anno, prevedo un calo drastico di alunni, stante la situazione. Non solo. Alla luce di tutto ciò anche i docenti chiederanno il trasferimento. Così muore una scuola, muore una comunità”.