Due giorni dopo gli scontri avvenuti a Roma, davanti a Montecitorio, tra gli studenti in corteo e le forze dell’ordine, a raccontare quegli attimi concitati, fatti di manganellate e strattoni, è una giovanissima studentessa. La ragazza, ancora minorenne, intervistata da Repubblica, ha descritto il corteo, dicendo che si è sentita “umiliata” dagli agenti “che ci hanno deriso”.

I giovanissimi studenti degli istituti superiori occupati poche settimane fa sono scesi in piazza per rivendicare il diritto a essere ascoltati. Partiti dal Pantheon hanno avuto un primo scontro con il cordone della polizia vicino al monumento della Capitale, poi si sono diretti verso Montecitorio, dove ci sono stati altri momenti di forte tensione, con l’intento poi di arrivare anche a Chigi. Infine, sono arrivati di fronte al ministero dell’Istruzione, dove hanno lanciato delle bombe carta.

La minore, sentita dal quotidiano romano, ha raccontato di sentirsi “arrabbiata”: “Non capisco come la polizia – dice – che dovrebbe tutelarci possa fare a noi giovani una cosa del genere con un’aggressività simile“.

Sicuramente il cordone in tenuta antisommossa non era inaspettato, “ma non ci aspettavamo che si attaccassero lateralmente“. Lei, racconta ancora, è stata colpita in testa e su una mano. Una sua amica, invece, è stata strattonata e un’altra ancora è caduta a terra. I poliziotti, dice ancora, hanno anche deriso i giovani in corteo. Un agente avrebbe detto “ora che avete fatto il vostro atto politico, lo spettacolino e avete attirato l’attenzione dei media ve ne potete andare”, mentre un altro avrebbe scandito “non me ne frega niente di voi”. Un atteggiamento, confessa la giovane, “umiliante”, dato che “eravamo lì per i nostri diritti”.

Per quanto i giovani in corteo possano “aver sbagliato”, dice infine la studentessa, “l’entità dei nostri errori non giustifica la loro violenza”.

Intanto sarebbe già pronta, riporta sempre Repubblica, un’interrogazione parlamentare sull’accaduto, per chiarire i fatti. A presentarla il Partito democratico, con firmatari i deputati dem Marco Furfaro e Arturo Scotto, contrari alle manganellate. Con gli studenti, dicono al quotidiano romano “si parla, non si usa violenza”, soprattutto “di fronte a una manifestazione pacifica. È inaccettabile”. Ora, quindi, il governo dovrà dare spiegazioni. Non solo a Furfaro e Scotto. La violenza dei poliziotti ha mosso gli animi di più parti della politica. “Davvero non c’era un modo diverso per fronteggiare gli studenti?”, chiede Antonio Caso del Movimento 5 stelle. Dure anche le reazioni di Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana e di Angelo Bonelli, deputato di Verdi e Sinistra. Per entrambi la reazione della polizia è da imputare anche al governo e alla sua visione educativa.

Solidarietà ai giovani studenti anche da parte di Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi-Sinistra. Per lei gli studenti si sentono oggi distantissimi da una politica arretrata rispetto alle battaglie di civiltà e proprio i giovani “rappresentano l’opposizione più forte alla destra”.

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