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Muti: “Va pensiero non può essere l’inno, Verdi li avrebbe presi a calci tutti quanti”. Ovazioni per il maestro al gala di Busseto

di F. Q.

“Chissà cosa penserebbe Verdi, di tutto quello che gli facciamo”. Se lo è domandato ironicamente il maestro Riccardo Muti, tra un’aria e l’altra del gala verdiano diretto sabato sera nel teatro gioiello di Busseto, dedicato al grande musicista, nel suo paese natale.

Una serata conclusa con le ovazioni del pubblico in sala. Muti ha scherzato sul “Va pensiero“, ribadendo perché il coro del Nabucco non può essere per lui l’inno nazionale: “In origine era cantata sottovoce, poi Zaccaria alla fine dice ‘ma perché sollevate al Padreterno lamenti di femmine imbelli?’. Oggi queste parole potrebbero creare qualche problema, vero signore?”. “Il Va pensiero – ha detto ancora – è un coro di un popolo che è schiavo, lontano dalla sua terra. In Italia l’ignoranza è così grave che per anni si è discusso se metterlo come inno nazionale. Bussetani, voi avete il dovere di difendere Verdi, lo si calpesta ogni giorno”.

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