La 33enne deputata di Forza Italia Marta Fascina, ultima compagna di Silvio Berlusconi, è stata sentita come persona informata sui fatti nell’indagine sul presunto testamento colombiano dell’ex premier. Lo riferisce il Corriere della sera. Il fascicolo per falso in testamento e tentata truffa è stato aperto a ottobre dalla Procura di Milano nei confronti dell’imprenditore torinese Marco Di Nunzio, in passato ispiratore della lista civetta “Bunga bunga”, che reclama – come ha raccontato per primo il Fatto a fine giugno – un apparente lascito da 26 milioni di euro, più ville, barche e (soprattutto) il 2% della holding Fininvest, disposto dall’uomo di Arcore in suo favore il 21 settembre 2021 di fronte a una notaia di Cartagena, in Colombia. Sulla base di questa pretesa, lo scorso novembre, Di Nunzio aveva addirittura chiesto il sequestro di una parte dei beni degli eredi, negato dal giudice civile.

La versione dell’imprenditore, già ricca di incongruenze e contraddizioni, ora è stata ulteriormente smontata da Fascina. Di fronte al procuratore di Milano Marcello Viola e alla sostituta Roberta Amadeo – che l’hanno convocata in una caserma della Guardia di finanza – la parlamentare campana ha ricostruito, con l’aiuto della copia di un’agenda del defunto compagno, i suoi movimenti del 21 settembre di due anni fa, escludendo che si trovasse nel Paese sudamericano (nei cui registri frontalieri, peraltro, non compare). L’altra novità, scrive sempre il Corriere, è che alle contestazioni della Procura si è aggiunta quella di tentata estorsione: l’ipotesi, infatti, è che accampando improbabili pretese giudiziarie Di Nunzio abbia voluto ritardare l’esecuzione del testamento, nella speranza di essere pagato dalla famiglia per farsi da parte.

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