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Ecco perché ogni anno vogliamo rivedere gli stessi film di Natale : “Innescano dinamiche di guarigione”. Lo dice la scienza

Chiaramente è un effetto inconscio, ma evidentemente funziona e spiega anch’esso il successo di questi film che forse, da oggi, cominceremo a vedere con occhi diversi

di Giuliana Lomazzi

Siete dei fanatici del genere oppure lo aborrite? In ogni caso, sappiate che i film di Natale hanno addirittura un ruolo benefico. Parola di scienza. Ogni anno Hallmark Channel, la catena tv canadese via cavo, sforna decine di film natalizi per tutto il mondo: dalle 27 pellicole del 2018 alle 40 del 2022, con la promessa di fare anche di meglio nel 2023. Aumenta la produzione, cala la qualità ma poco importa, è un mercato straordinariamente redditizio in cui si buttano un po’ tutti, italiani compresi – per esempio con la serie tv Odio il natale 2 di Laura Chiassone. Basta un rapido giro sulla piattaforma di Netflix o su Prime Video per trovare pellicole vecchie e nuove che allietino le feste natalizie. Ci sono pure i film in uscita sul grande schermo, come Improvvisamente a Natale mi sposo (sequel di Improvvisamente a Natale), con Diego Abatantuono e Violante Placido. Poi, chiaramente, si possono rivedere film classici e intramontabili come La vita è meravigliosa (1946), o altri “neoclassici” come Una poltrona per due o Mamma ho perso l’aereo. Insomma, la scelta non manca. Ma tutte queste pellicole condividono bene o male dei denominatori comuni che contraddistinguono il genere: sono gli ingredienti magici del mix natalizio.

Ricetta per un film di Natale

Divertenti, romantici o avventurosi che siano, tutti questi film sono accomunati dal lieto fine: i rapporti spezzati si riallacciano, chi ha perso il lavoro lo ritrova, il sogno di amore viene coronato ecc. Ci sono personaggi stereotipati, come i patiti del Natale, convinti fin nel profondo del valore di questa festa e capaci di coinvolgere gli scettici; il cattivo, che alla fine si ravvede non perché viene punito, ma perché spinto a riflettere; il grinch, scorbutico e ostile, ma anche lui destinato a ravvedersi. Compare sempre la famiglia e, va da sé, Babbo Natale, magari in incognita e riconosciuto solo all’ultimo momento. Ovviamente ci sono i protagonisti principali: gente comune, con lavori poco redditizi ma stimolanti. Il tutto viene condito con un pizzico di magia (spettri, gremlin, perché la notte di Natale tutto può succedere), con tanti buoni sentimenti – come da prassi natalizia – qualche spruzzata di neve qua e là e musiche a tema. Ed ecco pronta la ricetta! Contrariamente a quanto si possa pensare razionalmente queste situazioni, lontanissime dalla vita quotidiana con tutti i suoi guai e coronate dal lieto fine, sono le chiavi del successo delle pellicole natalizie.

Un senso di sicurezza

“Rispetto al passato, oggi viviamo più che mai in un periodo storico instabile, un mondo che va sempre più a rotoli, con crisi economica e dei valori”, contestualizza la dott. Carmen Di Muro, psicologa e psicoterapeuta. Questi film così scontati diventano quindi dei veri e propri punti di riferimento perché non stressano. “Guardare un film con il lieto fine dà un senso di certezza e assicura tranquillità”. Ed è una tranquillità che si ripercuote a livello fisico, spiega la psicoterapeuta. “Dagli studi scientifici di frontiera emerge che quando si passa da uno stato di perturbazione interna, in cui c’è sempre un sistema di allerta per reagire alle situazioni stressanti di tutti i giorni, a uno stato di tranquillità, emozioni e pensieri si placano e si ha una visione positiva della vita. Sono processi fisiologici che rasserenano”. Tutto ciò che è routinario e ripetitivo “accende meccanismi ontologici e fisiologici connessi indelebilmente con le emozioni”.

Nostalgia e intimità

I film natalizi puntano sulla nostalgia. stimolando associazioni malinconiche e sentimentali che spesso ci riportano indietro al periodo dell’infanzia, quando tutto ci appariva più semplice e bello – o almeno così ci sembra oggi, perché i ricordi sono sfrondati dal tempo. Di fatto, osserva la dott. Di Muro, “Chi fa scorpacciate di questi film lo faceva già da bambino, quando la percezione era diversa, quando ancora si riusciva a credere nella magia e nella speranza”. Questi film così simili hanno anche il pregio di immergerci in un’intimità condivisa con la famiglia. Ci mostrano un Natale da cartolina, ma rassicurante, magari con i fiocchi di neve che scendono silenziosi. E noi, che per tutto il resto dell’anno preghiamo che non nevichi in pianura, quel giorno ci speriamo perché allora la casa diventa un bozzolo caldo e intimo per riscoprire valori che si percepiscono come perduti. Al calduccio, alla luce dell’albero di Natale, sogniamo davanti allo schermo.

Una pioggia di endorfine

Risate, lacrime di gioia, felicità: questi film semplici, senza pretese intellettualistiche stimolano i centri neuronali della ricompensa e quindi il tono dell’umore, che in questo periodo dell’anno è messo a dura prova dalle giornate corte, dagli impegni che si accumulano per chiudere tutto prima delle feste, dalla caccia ai regali e relativa spesa. Questo miglioramento umorale influisce sulla chimica dell’organismo. “Le emozioni, senza le quali non potremmo vivere, orchestrano il salto corpo-psiche e viceversa, innescando anche dinamiche di guarigione”. Le risate diventano così un vero e proprio antidoto allo stress, economico e senza effetti collaterali.

Allinearsi con sé e con la vita

“La ripetitività fa sì che ognuno ritrovi il proprio centro e risulti più allineato con se stesso e con la vita”. Chiaramente è un effetto inconscio, ma evidentemente funziona e spiega anch’esso il successo di questi film che forse, da oggi, cominceremo a vedere con occhi diversi.

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