“Se mi cercano ex colleghi del M5s? Non è una polemica che mi riguarda. Chi mi ha chiamato nei giorni delle dichiarazioni in Aula della premier Meloni” sul Mes, “è libero di dirlo se vuole”. Mentre Giuseppe Conte nega qualsiasi contattato dei suoi con l’ex leader 5 stelle, Luigi Di Maio non smentisce. E anzi, interpellato dall’agenzia Ansa, conferma che qualcuno del Movimento lo ha chiamato subito dopo le accuse della presidente del Consiglio in Aula. A rivelare l’avvicinamento tra quelli che, almeno ufficialmente, sono fronti nemici, è stata Repubblica: alcuni giorni fa, scrive il quotidiano, un dirigente M5s ha chiamato proprio Di Maio, ora inviato dell’Ue per il Golfo, per chiedere un appoggio nella battaglia sul Mes contro l’esecutivo.

“Onestamente non mi risulta nessuna telefonata”, è stato il commento di Conte sempre all’agenzia Ansa. “Vorrei però chiarire che il Movimento non cerca nessuna sponda e non ha bisogno di nessuna prova testimoniale per la semplice ragione che gli atti compiuti, a partire dal confronto parlamentare, sono tutti corredati da puntuali prove documentali. E questi documenti inchiodano Meloni dimostrando che ha mentito al Paese”. Il riferimento è all’intervento della premier che, davanti alle Camere, ha accusato proprio il governo Conte di aver dato il via libera al Mes. In realtà, la leader Fdi ha usato con scopo di propaganda quello che ai tempi fu il via libera alla revisione del Mes e non la ratifica finale al cosiddetto Fondo salva stati. Per questo Conte, il 18 dicembre scorso, ha scritto al presidente della Camera chiedendo di istituire un Giurì d’onore che valuti le accuse su quanto fatto dal suo governo sul Mes.

Di Maio, che dai tempo del suo tradimento ai 5 stelle e della mancata rielezione in Parlamento era completamente sparito dalla scena mediatica italiana, è rispuntato nei giorni scorsi su La7 proprio per parlare di Mes. E per difendere quanto fatto con il governo Conte. Oggi, interpellato dall’Ansa, non smentisce appunto che la sua mossa sia nata anche da un contatto con il suo ex partito. Ha inoltre ribadito il suo sostegno al Mes e, dopo aver confermato i suoi contatti con il M5s, ha aggiunto: “Non ho nessuna intenzione di farmi trascinare in giochetti politici. Voglio precisare che ho saputo della richiesta di un giurì d’onore dalla stampa come ogni altro cittadino italiano. Mi pare di capire che sia stato richiesto proprio sulle dichiarazioni che riguardano me e le istruzioni che diedi all’allora Rappresentante Permanente italiano a Bruxelles. Ho già difeso pubblicamente la mia posizione chiarendo che il Presidente del Consiglio aveva detto una cosa falsa circa la mia firma dei pieni poteri all’ambasciatore Massari. E una cosa vera circa il fatto che che il M5s e il governo conte abbiamo votato la riforma del Mesnel dicembre 2020″, ha concluso.

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