Per novembre e dicembre di quest’anno l’associazione dei commercianti tedeschi, la Handelsverband Deutschland (Hde) conta in un giro d’affari di 120 miliardi, la cifra pare considerevole ma riflette in realtà un calo delle vendite natalizie tra il 5 ed il 6% rispetto ad un anno fa, e già il 2022 non era stato un anno felice. In un sondaggio tra oltre 350 negozianti due terzi si sono dichiarati scontenti. Quali sono le motivazioni? La recessione in atto, l’elevata inflazione e le guerre in corso hanno creato un clima di generalizzata incertezza nel futuro. Oltre a questo, il settore del commercio al dettaglio ha avuto difficoltà per l’aumento dei costi energetici e di approvvigionamento delle merci.
L’amministratore delegato di HDE Stefan Genth vede però anche sprazzi di ottimismo: quantomeno nelle grosse città le domeniche coi negozi aperti hanno trovato comunque un buon accoglimento. In positivo sembrano andare i negozi di articoli sportivi (“Le persone sono propense a fare qualcosa per se stesse”), mentre in direzione contraria va il settore dell’abbigliamento.
La crisi non ha investito solo gli acquisti nei negozi tradizionali, secondo i dati dell’Associazione federale tedesca e-commerce e vendite per corrispondenza (Bevh) anche gli affari in internet sono andati a rilento ed il settore non ha potuto avvantaggiarsi di un incremento sotto Natale. In un comunicato già diffuso il 6 dicembre, la Bevh aveva lamentato che anche la cosiddetta “black week” non aveva dato i gettiti sperati e che tra inizio ottobre e fine novembre il giro di affari lordo è stato generalmente del 7,7% inferiore rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Flessioni più contenute ci sono state nell’insieme nelle vendite in rete nel settore dell’abbigliamento (-4,1%), mentre le maggiori si sono registrate nelle spese per il tempo libero (-14,8%).
Non si può però negare che l’atmosfera generale degli acquisti nel Paese sia stata soffocata. Lo studioso dei consumi Rolf Bürkl dell’Istituto sulle decisioni di mercato di Norimberga ha rilasciato alla ZdF un’analisi pessimistica: “Molti consumatori sono molto insicuri per i diversi motivi di crisi e gli alti prezzi degli alimentari, cui si aggiungono le liti (della politica, ndr) sulla consolidazione del bilancio nazionale, e l’uno o l’altro teme che in futuro verrà maggiormente colpito”.
Per il prossimo anno i commercianti sperano però in un miglioramento derivante dalla progressiva riduzione dell’inflazione che renda più ottimisti gli acquirenti. Tuttavia dovranno affrontare senz’altro anche nel 2024 colli di bottiglia nelle consegne merci e contrastare la carenza di personale, il settore lamenta attualmente oltre 100 mila posti vacanti.