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Tutti pazzi per Epik, l’app per le foto in stile anni 90: come funziona e i vip che la stanno utilizzando

Ecco come fare per utilizzare l'applicazione di cui tutti stanno parlando (non senza qualche polemica riguardante la privacy e la sicurezza)

di Paolo Aruffo

Chiudete gli occhi e fate un salto nel passato di circa 30 anni. È quello che accade utilizzando l’app del momento, dal nome Epik. In cosa consiste? Attraverso l’intelligenza artificiale, riesce a creare diverse foto ispirate ai personaggi iconici degli anni 90. Improvvisamente, dunque, potrete provare la vostra versione “college americano“. Abbigliamento, make up, accessori e look in generale, tutto sarà realizzato ad hoc. Il sistema restituirà le immagini anche con i colori e gli effetti tipici di quegli anni. L’hanno già provata Simona Ventura, Claudio Santamaria, Linus e diversi influencer , tanto che in questi giorni di Natale le foto di questi ritratti irrealisticamente perfetti impazzano su Instagram.

Come funziona? Epik può essere comodamente scaricata dallo store del cellulare e, una volta scaricata, compare nel menù la sezione AI Yearbook. A quel punto bisogna selezionare tra le 8 e le 12 foto che si vogliono utilizzare. Devono essere dei selfie molto chiari, nitidi e semplici. Vietato utilizzare foto di minori. Quindi si prosegue scegliendo il genere (femmina, maschio, altro). E poi ecco la nota dolente: il pagamento. L’applicazione, infatti, è gratis nel senso che può essere scaricata gratuitamente ma prevede dei costi all’interno dell’App. Si può scegliere tra due tipologie: standard o express. La prima vi restituirà gli scatti in 24 ore, la seconda invece in 2 ore. Il costo? 6.99€ per lo standard e quasi 10€ per l’express (anche se attualmente è in corso un’offerta). Entrambi i pacchetti permettono di creare 60 immagini ispirate agli annuari: dalla “cheerleader” al “secchione”, ogni versione è curata nei dettagli.

La qualità delle foto, che combinano perfettamente i tratti del viso delle immagini fornite, ha lasciato gli utenti molto sorpresi. Qualcuno positivamente e qualcun altro, invece, negativamente. Infatti, non sono mancate le polemiche. Ci si domanda fino a che punto possa arrivare l’intelligenza artificiale e, soprattutto, in che modo vengano utilizzati i dati forniti. Non quelli per il pagamento, bensì proprio quelli che si potrebbero estrapolare dalle stesse immagini. Con l’aumento dell’interesse per la fotografia basata sull’intelligenza artificiale, sono direttamente aumentate anche le preoccupazioni sulla sicurezza. In un post su X (ex Twitter), l’attrice e attivista Franchesca Ramsey ha esortato le persone a smettere di utilizzare questi programmi perché i selfie potrebbero essere utilizzati per addestrare l’intelligenza artificiale ad andare avanti. Lei, dunque, è contraria. “Le persone che pagano per addestrare l’intelligenza artificiale con le loro foto sono… pessime – ha scritto lei -. Ci sono serie preoccupazioni legali ed etiche. L’intelligenza artificiale plagia gli artisti e sta lasciando le persone senza lavoro. La gente manda in giro immagini false per ingannare le persone e la tecnologia sta migliorando grazie alla tendenza di queste foto stile liceo”. Come riportato da NBC News, un portavoce di SNOW Corporation – la società madre di Epik – ha chiarito: “L’app EPIK non memorizza alcuna informazione personale, compresi i selfie, che viene utilizzata per creare risultati dell’annuario AI. Queste informazioni vengono fornite agli utenti dell’app EPIK tenendo conto della politica sulla privacy dell’app”.

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