Sappiamo che fare esercizio fisico ogni giorno è uno dei principali fattori per vivere più a lungo. Qualcuno sarebbe quindi tentato di intensificare il più possibile il movimento per ottenere un risultato ancora migliore. Insomma, più ti muovi più sarai longevo. Non la pensano così i ricercatori finlandesi dell’Università di Jyvaskyla che hanno svolto una ricerca sulle abitudini di migliaia di coppie di gemelli. Risultato? Le persone che svolgevano più di tutte attività fisica, vivevano un po’ di meno.
Lo studio
I ricercatori hanno monitorato dal 1975 al 2020 più di 11mila coppie di gemelli che, all’inizio dello studio avevano un’età compresa tra i 18 e i 50 anni. Attraverso la compilazione di alcuni questionari, il campione della ricerca è stato suddiviso in quattro tipologie: sedentari, moderatamente attivi, attivi o molto attivi. Il team di ricerca ha poi prelevato campioni di sangue per monitorare l’invecchiamento biologico che si verificava nel tempo. Per calcolare la loro età biologica, sono state esaminate le alterazioni del Dna che riflettono fattori che influenzano la durata della vita, come i geni, le abitudini alimentari e l’esercizio fisico. I risultati hanno evidenziato che coloro che erano moderatamente attivi, attivi o molto attivi avevano dal 15 al 23% in meno di probabilità di morire durante i 45 anni di studio rispetto al gruppo di sedentari. Tuttavia, dopo aver tenuto conto di alcuni parametri come l’indice di massa corporea, l’abitudine al fumo e il consumo di alcol, si è osservato che c’era solo un calo del 7% nei decessi tra il gruppo attivo rispetto al gruppo sedentario, senza “nessun beneficio aggiuntivo ricavato dai livelli più elevati di esercizio”.
Coloro che facevano meno esercizio fisico avevano l’età biologica più anziana, ma lo stesso valeva per il gruppo di persone che si allenava di più: i più attivi erano biologicamente più vecchi di 1,3 anni rispetto a quelli moderatamente attivi e di 1,8 anni più vecchi rispetto a quelli attivi. E ancora, se da un lato i risultati hanno rivelato come gli adulti più attivi avevano meno probabilità di morire nel corso dei 45 anni di studio, questa correlazione si è fortemente attenuata quando sono stati presi in considerazione fattori legati allo stile di vita, come fumo e alcol. In altre parole, non basta fare solo tanto esercizio fisico, magari per ore in palestra: le persone che fanno più movimento fisico vivono più a lungo solo se seguono anche una dieta sana, dormono le giuste ore e hanno relazioni sociali soddisfacenti.
Il parere dell’esperto
“In questa ricerca, l’utilizzo di gemelli come soggetti del progetto consente di capire fino a che punto fattori genetici e ambientali possono favorire lo sviluppo di determinate condizioni”, spiega al FattoQuotidiano.it il professor Rolando Bolognino, biologo nutrizionista in campo oncologico e di prevenzione ed esperto in alimentazione sportiva.
Professor Bolognino, a una prima analisi, sembra che l’esercizio fisico, a certe condizioni, faccia più male che bene.
“Dai primi risultati ottenuti si è osservato un maggiore tasso di invecchiamento biologico nei soggetti sedentari e nei soggetti molto attivi, mentre le classi moderatamente attive e attive avevano tassi di invecchiamento minori. Quindi, saremo portati a dire che uno sforzo fisico maggiore può aumentare l’invecchiamento biologico, ma è una conclusione affrettata. Uno sforzo eccessivo è pericoloso o addirittura controproducente, e tale principio si estende tanto nella vita di tutti i giorni quanto nelle sessioni di allenamento. In questo ambito si può sfociare anche nel sovrallenamento: un accumulo di stress dovuto a esercizio e/o altri fattori che comporta una diminuzione della performance sportiva e si presenta con sintomi e segnali di varia natura.
Le principali cause dell’eccessivo affaticamento possono essere:
– inadeguata organizzazione degli allenamenti;
– stile di vita troppo stressante;
– alimentazione non corretta e/o la mancanza di sonno regolare.
Questa condizione influenza la quotidianità della persona e può avere ripercussioni a livello fisiologico, psicologico, immunitario e biochimico:
– aumento dei livelli di cortisolo;
– perdita di peso o desiderio incontenibile di dolci;
– indolenzimento muscolare cronico;
– abbassamento delle difese immunitarie;
– apatia, insonnia e depressione”.
Continuare ad avere abitudini nocive, come fumare o bere alcol, e fare tanta attività fisica può peggiorare lo stato di salute?
“Alcol e fumo, in condizioni di sovrallenamento, non fanno che aggiungere stress allo stress, creando un cocktail pericoloso. Vanno perciò eliminati favorendo un’alimentazione regolare e uno stile di vita che strizzi l’occhio alla prevenzione. Tabagismo e sport rappresentano un binomio impossibile. Il fumo di sigaretta altera negativamente la performance sportiva provocando una riduzione della capacità polmonare e della forza muscolare. La nicotina agisce sull’apparato circolatorio aumentando la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e riducendo la resa in palestra. Questo viene amplificato dal monossido di carbonio che, inalato, sottrae ossigeno al sangue. Non va dimenticato che fumare crea un ambiente infiammatorio nel corpo, rendendolo più suscettibile a stimoli esterni e neoplasie. Similmente, l’alcol influenza negativamente la prestazione sportiva poiché inpoverisce le scorte glucidiche necessarie al muscolo per lo sforzo, favorisce l’accumulo di composti acidi (lattato e corpi chetonici), diminuisce l’efficienza del trasporto del ferro ematico e riduce le capacità cognitive”.
Quale dovrebbe essere allora la “dose” giusta per ricavare benefici dal movimento e quali altre attenzioni dovremmo avere per ottenere buoni risultati dall’attività fisica?
“Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) le raccomandazioni per bambini e adolescenti sono di 60 minuti al giorno, con attività di intensità moderata o vigorosa. Per gli adulti, dai 18 anni in su, si consigliano 150 minuti a settimana con un’intensità moderata. Per ottenere buoni risultati sarà però fondamentale imparare ad ascoltare il proprio corpo e avere alcune accortezze per evitare un eccessivo affaticamento: riposare adeguatamente; pianificare le sessioni di allenamento, prevedendo anche sessioni di scarico; accettare i propri limiti fisici, rispettando gli anni che avanzano; seguire una dieta equilibrata che tenga in giusta considerazione anche la quota idrica giornaliera; ridurre i fattori di stress quotidiano , magari aiutandosi con pratiche di meditazione come la mindfulness”.