Il fenomeno, partito da Kensington (Philadelphia), si sta diffondendo a macchia d’olio sui social media ed è una forma sadica di “turismo del piacere” che sfrutta la sofferenza e il dolore altrui. Gli influencer riprendono le persone sotto effetto di sostanze mostrandone sul web lo stato psicofisico e creando, così, contenuti monetizzabili
Filmare tossicodipendenti sotto effetto di un narcotico che li fa camminare barcollando e trascinandosi come zombie. È il nuovo inquietante fenomeno, partito da Kensington (quartiere a nord di Philadelphia) e altamente nocivo (nonché spesso letale) per la salute, che si sta diffondendo a macchia d’olio sui social media statunitensi. Pubblicati su Tik Tok e oggetto di polemiche e accuse di sfruttamento, i video in questione sono soprannominati “tranq tourism”, con riferimento al tranquillante usato come droga e alla sorta di sadico “turismo del piacere” che offrono nel vedere e riprendere i viaggi mentali che la sostanza provoca in chi la assume.
L’oppiaceo utilizzato si chiama xilazina, è prodotto come sedativo per animali e il suo uso è relegato esclusivamente all’ambito veterinario. Gli effetti del “tranq” – come è chiamato in gergo – non possono essere neutralizzati dagli antibiotici impiegati come rimedio per gli oppioidi e, per questo, il numero di morti per overdose è molto elevato. Tra le conseguenze della droga, spesso mescolata ad altre forti sostanze come il fentanyl, un’assuefazione immediata, l’incapacità di reggersi in piedi (da qui, l’etichetta di “zombie” per chi ne fa uso) e ferite gravi che distruggono i tessuti. Stando al “Centers for Disease Control and Prevention”, dal 2019 la percentuale di decessi dovuti all’eccesso di oppiacei è aumentata in America del 276%. Una grave tendenza, recentemente associata alla comparsa sui social, come testimoniato da un documentario di News Movement, di contenuti girati e postati senza il consenso delle persone riprese, i cui comportamenti sono sfruttati per scopi di lucro.
Negli ultimi mesi, infatti, i video di “tranq tourism” diventati virali sono aumentati a dismisura. Gli influencer pongono domande e filmano chi fa uso di xilazina – senza che questi possano interagire o acconsentire alla pratica –, mostrandone sul web lo stato psicofisico e creando, così, contenuti monetizzabili sfruttando senza remore la sofferenza e il dolore altrui. Le piattaforme, infatti, pagano 20 dollari ogni 1000 visualizzazioni ai creator che, come riporta Repubblica, secondo Influencer Market Hub, guadagnano una media di 4600 dollari al mese. Basti pensare che uno dei video più visti di questo genere, girato a Philadelphia, conta un milione e 400mila visualizzazioni. “Questi filmati trattano i tossicodipendenti come animali in uno zoo invece che come individui bisognosi di aiuto”, il commento della dottoressa Gery-Lynn Utter, psicologa specializzata nella cura di assuefazioni alla droga. Le comunità locali e le autorità cittadine, soprattutto a Kensington, dove tutto è partito, stanno cercando di affrontare il problema attraverso programmi di recupero, servizi sociali e iniziative di sensibilizzazione.