“Gli italiani non hanno scelto un governo di pericolosi negazionisti climatici”. Parola di Giorgia Meloni. La premier, da poco più di un anno alla guida del governo italiano, così parlava alla Camera nel marzo scorso. “Riteniamo – proseguiva – che si debba tenere un approccio pragmatico e non ideologico”. Poche settimane dopo una alluvione metteva in ginocchio la Romagna e le stesse scene si sono riviste pochi mesi più tardi, in novembre, quando a finire sotto l’acqua è stata la Toscana. Nel mezzo il grande caldo: quello che ha portato il 2023 ad essere l’anno più caldo di sempre, tanto da registrare per la prima volta una temperatura globale di due gradi superiore all’epoca preindustriale.

Eppure, l’approccio, per quanto pragmatico, non sembra del tutto condiviso dalla sua maggioranza. Che da un lato si professa lontana dal negazionismo. Dall’altro continua a minimizzare le responsabilità dell’uomo nel cambiamento climatico. Ecco una breve antologia – senza pretesa di esaustività – degli interventi più significativi. Per il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, ad esempio, quelli del clima “sono cicli storici, d’estate fa caldo e d’inverno fa freddo. Non è perché Capezzone sgasa con la sua Golf che il ghiacciaio dell’Adamello arretra”. Per il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, poi, “temperature di 45 gradi ci sono sempre state, immaginare la fine della storia è sbagliato”. Il cambio climatico “non è un dogma” per il capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia Lucio Malan. È falso sostenere che il disastro che sta flagellando la Romagna “sia un fenomeno mai visto negli ultimi decenni, basti pensare al Polesine e all’alluvione di Firenze”. Vero, a patto di ignorare i dati che raccontano il progressivo e continuo aumento degli eventi climatici estremi: in attesa del conto sull’anno al termine, basti ricordare che nel 2022 sono stati 310, +55% rispetto all’anno precedente. Sul fronte delle soluzioni, il pragmatismo si scontra con la fede: di fronte alla siccità, ad esempio, il presidente del Consiglio regionale piemontese, il leghista Stefano Allasia, suggerisce di “affidarsi al padreterno”. Mentre il consigliere regionale leghista friulano Stefano Turchet redige una curiosa statistica: “Il cima è sempre variato. Io dico sempre che le attività umane contribuiscono alla variazione del clima come potrebbe fare uno starnuto durante un temporale”.

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