Antonio Tajani spiega, al termine del Consiglio dei ministri, in cosa consiste la proroga del superbonus. “Ci sarà una sorta di sanatoria per il 2023 per chi ha superato il 30% dei lavori – ha spiegato – se non ha raggiunto la conclusione non dovrà pagare nulla anche per eventuali omissioni. Quindi di fatto né l’impresa si rivarrà sui clienti, sui condomini, né dovrà versare una penale allo Stato, quindi restituire i soldi avuti. Questo è un messaggio molto forte per le imprese che stanno lavorando e che hanno lavorato a tutela, come avevamo sempre chiesto, delle persone per bene”. “In più – ha proseguito Tajani – per i lavori che non sono stati conclusi al 100%, che usufruivano del superbonus del 110 e in cui lo stadio d’avanzamento dei lavori è già stato fatto, cioè il secondo prima del 31 dicembre, per le persone meno abbienti sarà lo Stato a pagare la differenza tra il 70% e il 110%. Tutto ciò – ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio – permette di aiutare le famiglie più deboli che non avranno quindi problemi a dover pagare e così ci saranno anche aiuti importanti per le imprese che non dovranno restituire alcunché allo Stato dei soldi ricevuti”. In particolare per i meno abbienti “ci saranno degli indici Isee con un’articolazione e sarà utilizzato il fondo per le persone in difficoltà che già esiste e sarà utilizzato e rimpinguato anche nel 2024”. “Eventuali nuove truffe” legate al superbonus “è ovvio che non dovranno esserci, ma si parla già di imprese che hanno portato avanti il loro lavoro, quindi dovranno certificarlo. I controlli ci saranno”. Mentre sui costi, il numero uno di Forza Italia non scende nei dettagli.
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