Salute

“Via le tubature in piombo, avvelenano l’acqua potabile. A rischio soprattutto i bambini”: l’allarme dagli Usa. E in Italia? La parola all’esperto

Via le tubature in piombo dell’acqua potabile da tutto i Paese! È la proposta shock che arriva dall’Environmental Protection Agency (Epa), l’agenzia per la protezione dell’ambiente americana. Una soluzione dalle conseguenze enormi per la spesa globale che essa comporta. Ma che ha una ragione fondamentale per la salute pubblica. Perché il problema di contaminazione da piombo dell’acqua negli Stati Uniti è concreto, per cui l’unico modo di risolverlo è agire alla base, con la sostituzione delle tubature costituite da questo metallo pesante. In termini pratici significa che tutti i servizi idrici locali avvieranno quella che sarà una vastissima e costosa attività di scavo – si stima che potrebbe costare circa 60 miliardi di dollari – per sostituire le tubazioni e arrivare a proteggere la popolazione, i bambini in particolare.

Piombo e salute

L’esposizione al piombo è un problema che riguarda alcuni ambienti di lavoro e può avere forti risvolti negativi in persone più sensibili come donne in gravidanza, neonati e persone in età prepuberale. A essere più a rischio è lo sviluppo neurologico e cognitivo nei bambini. Ma non ne sono esenti gli adulti che a causa dell’esposizione al piombo possono incrementare malattie cardiovascolari, disturbi renali e sulla fertilità, ipertensione, tumori. Su quale sia la soglia di rischio di contaminazione da piombo, non c’è ancora un accordo definitivo nella comunità scientifica. Tuttavia, per precauzione si è stabilita la concentrazione di 10 microgrammi (μg) di piombo per litro di acqua come massima consentita, anche se di recente una direttiva dell’Unione Europea sulla qualità delle acque destinate a consumo umano ha stabilito che il valore di quel parametro debba essere dimezzato, definendo un periodo transitorio di 15 anni, per favorire misure e azioni tali da risolvere i problemi della presenza di condutture in piombo nelle case e negli edifici, dando priorità ad abitazioni in cui vivano popolazioni sensibili e l’acqua è offerta al pubblico. Di fatto, si legge in un documento del Ministero della salute, “Le concentrazioni di piombo nell’acqua potabile sono normalmente inferiori a 5 μg/litro; tuttavia, concentrazioni superiori a 10 μg/litro e oltre possono essere talvolta riscontrate al punto d’utenza in edifici in cui siano presenti materiali in piombo a contatto con le acque (tubature, rubinetteria o altre componentistiche, o saldature in piombo o stagno, ecc.), a causa del verificarsi di fenomeni di corrosione dei materiali con conseguente rilascio del metallo nelle acque a contatto”.

Più che il piombo, l’amianto

“Crediamo che la decisione dell’Epa sia un importante passo avanti a favore della salute dei cittadini americani, in particolare i più vulnerabili. Nel nostro Paese, per quanto a nostra conoscenza, non esiste un allarme legato alle tubazioni in piombo, ma, in una parte consistente della nostra infrastruttura per la distribuzione dell’acqua, sono presenti tracce di amianto”, spiegano al FattoQuotidiano.it i medici dell’’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (Isde). “La popolazione generale, infatti, può essere esposta all’amianto attraverso l’acqua potabile”, continuano gli esperti. “L’amianto può entrare nelle forniture di acqua potabile attraverso l’erosione dei depositi naturali o la lisciviazione da amianto dei rifiuti in discarica, dal deterioramento dei tubi di cemento contenenti amianto utilizzati per il trasporto di acqua potabile o per il filtraggio delle risorse idriche attraverso filtri contenenti amianto. Esiste una sufficiente evidenza di carcinogenicità nell’uomo per tutte le forme di asbesto; l’asbesto causa mesotelioma e cancro di polmone, laringe e ovaio. Una correlazione è stata osservata anche per tutte le forme di asbesto con il cancro stomaco e colon-retto. Queste evidenze sono sufficienti per far programmare agli enti pubblici e ai gestori del servizio idrico la sostituzione di tutta quella parte di tubazioni acquedottistiche realizzate in cemento-amianto che, anche per le caratteristiche dell’acqua, permettono che ci sia un inquinamento da fibre di amianto”.

Che fare

Come regolarsi allora nel caso in cui un cittadino abbia possibili dubbi sulla presenza di materiali inquinanti? Sempre il Ministero della Salute, a proposito della possibile presenza di piombo, consiglia di:

verificare, presso il proprio gestore dei servizi idrici, che siano state eseguite le analisi sulla concentrazione di piombo presso il proprio punto di consegna. I risultati di queste analisi sono a disposizione dell’utente e, ormai, generalmente fruibili in rete internet sul sito del gestore o, direttamente da questi, segnalati sulla bolletta o fattura recapitata all’utente;

– eventualmente, l’utente può richiederle, in modo da verificare che al punto di consegna, la concentrazione di piombo non superi i valori di norma e che, conseguentemente, eventuali valori di piombo superiori dipendano solo dal proprio impianto di edificio o di abitazione;

– richiedere, in seguito a ciò, un’analisi della concentrazione di piombo nell’acqua della propria utenza domestica, da parte di un laboratorio specializzato con modalità da concordare, ovvero, in alcuni casi, attraverso il gestore del servizio idrico, che può eseguire tali controlli. L’analisi della concentrazione di piombo presente nell’acqua è l’unico modo per accertare la possibile contaminazione di piombo nell’acqua distribuita all’interno dell’edificio o dell’abitazione”.

Se infine l’analisi dovesse dimostrare presenza di piombo nell’acqua di casa, il consiglio è di avviare un processo di individuazione delle tratte di impianto critiche, con campionamenti diversi, e adottare misure transitorie: fare scorrere l’acqua prima del consumo, limitare il consumo di acqua da parte delle persone a rischio tenendo conto che la soluzione definitiva è la sostituzione della rete idrica che contiene il piombo.