Citazione diretta a giudizio per Pietro Genovese, figlio del regista Paolo, per evasione. Il giovane, condannato in via definitiva per duplice omicidio stradale a cinque anni e quattro mesi di carcere, era stato denunciato dai carabinieri che il 16 gennaio del 2021 citofonarono più volte per un controllo del ragazzo che era agli arresti domiciliari. Secondo i militari dell’Arma Genovese era risultato ‘assente’. Quel giorno i carabinieri della compagnia Parioli si sono presentati sotto casa della famiglia del ventenne, nella zona del quartiere Trieste, per effettuare un controllo di rito.

I militari dell’Arma hanno quindi citofonato varie volte all’abitazione senza però ottenere risposta. I carabinieri, pur essendo in possesso del telefono cellulare dell’indagato, non hanno provato a contattarlo e dalle telecamere di sorveglianza del palazzo non risulta che Genovese fosse uscito di casa.

Nelle relazione di servizio, poi finita all’attenzione dei magistrati di piazzale Clodio, i carabinieri scrivevano di avere effettuato “numerosi tentativi prima al citofono dello stabile e successivamente suonando direttamente al campanello della porta d’ingresso dell’abitazione, senza ricevere alcuna risposta, sino alle successive ore 18:04”. Tant’è che la mancata risposta al citofono ha fatto scattare l’accusa di evasione e il pm ha sollecitato un nuovo processo.

Genovese è tornato libero il 21 ottobre del 2021. I giudici della Corte d’appello di Roma, così come previsto dalla legge per le sentenze passate in giudicato, hanno eliminato la misura dell’obbligo di dimora che gravava dal luglio di due anni fa quando la condanna a 5 anni e quattro mesi è passata in giudicato dopo la ratifica del concordato in secondo grado. Genovese è ora in attesa dell’udienza davanti ai giudici dell’esecuzione che dovranno decidere su come fare scontare il residuo pena, circa 3 anni e 7 mesi. Non è escluso che il giovane possa essere affidato ai servizi sociali.

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