di Stefano Viscelli
Dal 2001 faccio il conduttore di caldaie nella centrale termica di un ospedale, in Liguria, a Genova. Da più di 10 anni il mio servizio e altri dello stesso tipo (ovvero non sanitario) sono stati distaccati ad aziende private. Io lavoro in “distacco funzionale”, ovvero sono entrato con concorso in ospedale, dipendente pubblico con contratto sanità, ma mi gestisce una ditta privata.
Sono molto preoccupato per questa (pare inarrestabile) tendenza. Innanzitutto se prima potevano esserci degli sprechi ora i costi sono aumentati moltissimo a causa degli introiti dei privati che tra l’altro non assicurano un servizio migliore. Inoltre mettono avanti i loro interessi a quelli del cittadino, vengono controllati pochissimo – anzi, direi che vengono assecondati da tutti: amministrazioni, enti di controllo ecc…
Io collaboro attivamente con il sindacato interno ma devo dire che anche su questo fronte le delusioni sono state molte, non per l’attività degli RSU ma dei sindacalisti territoriali. Mi preoccupa molto anche il fatto che privatizzando settori come il mio di fatto si può tenere un ospedale “sotto scacco”. Se manca l’agibilità, se i sistemi antincendio sono inefficienti, se i livelli di confort non sono adeguati ecc… non si chiude un reparto, si chiude tutta la struttura. E’ una privatizzazione “dal basso” che forse è più pericolosa di altri tipi.
Credo che la mia regione sia veramente messa male e che i privati abbiano troppa libertà. Spesso le condizioni dettate dagli appalti non vengono rispettate ma pare che non importi a nessuno, neppure scrivendo e protocollando lettere in amministrazione: alla fine rimane tutto invariato e le condizioni dei lavoratori peggiorano anche perché, come saprete, il privato non fa altro che ridurre il personale.