Per l’ex premier di centrodestra albanese Sali Berisha arrivano gli arresti domiciliari. Lo ha deciso la Corte albanese contro la Corruzione e la Criminalità organizzata che ha accolto una richiesta in tal senso presentata dalla Procura speciale. Berisha è oggi la principale figura dell’opposizione ed è indagato per presunta corruzione. Lo scorso ottobre la Corte speciale aveva disposto l’obbligo di presentarsi due volte al mese davanti alla polizia giudiziaria e di non lasciare il Paese, ma per tre volte di seguito l’ex premier ha ignorato l’ordinanza del giudice ed è per questo che la Procura ha chiesto una misura cautelare più dura nei suoi confronti.
Secondo la Procura speciale, nel 2009 quando era a capo del governo, nelle procedure per la privatizzazione di un complesso sportivo a Tirana, Berisha avrebbe favorito il genero Jamarber Malltezi, uno dei proprietari del terreno in cui si estendeva il complesso sul quale poi sono sorti numerosi palazzi. Lo scorso ottobre la Corte speciale ha ordinato l’arresto di Malltezi e l’obbligo per Berisha di presentarsi due volte al mese alla polizia. L’ex premier – che negli anni ’90 è stato anche presidente dell’Albania – ha dichiarato che la decisione della Corte “è in violazione con la Costituzione” poiché, essendo membro del Parlamento, la Procura avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione. Berisha ha quindi negato categoricamente ogni tipo di sospetto sollevato nei suoi confronti, sostenendo che tutto fosse una montatura politica “orchestrata dal premier” socialista Edi Rama.
Secondo la decisione della Corte, gli agenti di polizia dovrebbero sorvegliare 24 ore su 24 il rispetto degli arresti domiciliari dell’ex premier, il quale rischierebbe di finire in carcere in caso di violazione. Una misura “extralegale”, ha dichiarato il suo difensore Genc Gjokutaj, definendo poi “insensato” anche il divieto per Berisha di avere comunicazioni con l’esterno, tranne che con i parenti.