È un rincaro particolarmente indigesto quello che scatta domani per chi utilizza il traforo del monte Bianco. Un ritocco del 5% che porta il costo del transito a 55 euro per le auto e a 200 euro per i mezzi pesanti. L’Unione nazionale comuni comunità enti montani esprime tutto il suo sconcerto. “La commissione intergovernativa del traforo del Monte Bianco avrebbe potuto avviare la progettazione della seconda canna al posto di decidere di aumentare il costo del passaggio tra Francia e Italia. Proprio non va – ha detto Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem, con il Consigliere nazionale Uncem, valdostano, Jean Barocco. “I due Paesi, l’Europa, non si uniscono alzando le tariffe. Tanto più dopo i gravi disagi a causa di lavori. Ma un segnale inverso, diverso dal passato, sarebbe stato decisivo. Lasciare invariati i costi del Bianco per i prossimi tre anni. E pianificarne il raddoppio. Con urgenza. Vista anche la situazione grave e compromessa al Tenda, al Frejus per la ferrovia, al Maddalena, al Sempione carico di mezzi, sulla rete ferroviaria ligure e sulla Torino-Savona che in grandi tratti appenninici va a metà”, aggiungono.

“I concessionari delle autostrade facciano i lavori, ma in un momento di crisi generale nel Paese questi lavori dovrebbero essere fatti senza aumenti – concludono Bussone e Barocco -. Perché comunque agli aumenti delle tariffe non corrisponde un miglioramento del servizio, o un’accelerazione dei lavori stessi. Siamo perplessi e in particolare per il Monte Bianco, Uncem riassume forte sconcerto dei Sindaci di fronti a questi aumenti che non contribuiscono di sicuro a rendere più uniti e coesi i territori”. Daniela Ruffino di Azione ha dichiarato che la commissione intergovernativa “avrebbe potuto utilmente concentrare le proprie energie nella progettazione della seconda canna del tunnel. L’aumento delle tariffe viene annunciato in contemporanea con gli inevitabili disagi dovuti al rifacimento di alcuni chilometri del tunnel. Due paesi confinanti e impegnati per l’unità europea non potevano fare scelta più infelice”.

Il rincaro del pedaggio è più che doppio rispetto ai nuovi aumenti autorizzati dal governo per i pedaggi autostradali nel 2024. Il decreto Milleproroghe approvato giovedì dal consiglio dei ministri consente alle concessionarie di alzare le tariffe del 2,3%, cifra pari all’inflazione prevista dalla Nota di aggiornamento al Def. Per i pedaggi esiste insomma una sorta di “scala mobile”. Nel comunicato del governo si legge che il rincaro arriverà “nelle more degli aggiornamenti convenzionali”, cioè in attesa che le società presentino le loro proposte di aggiornamento dei piani economico-finanziari (PEF) predisposti in conformità alle delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti.

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