di Mario Turco Liveri
Innanzitutto vorrei che il nostro governo si adoperasse per la pace in Ucraina e in Palestina, che condannasse il massacro di un intero popolo, che capisse anche le ragioni degli altri e sia meno suddito della Nato e degli Usa. Vorrei che si occupasse delle ingiustizie sociali e provvedesse a varare una riforma fiscale che preveda una dura lotta agli evasori, dando all’Agenzia delle Entrate la possibilità di accertare, tramite collegamenti informatici, tutte le banche dati esistenti, ovvero catasto, banche, motorizzazione civile, etc, e riducendo drasticamente l’uso del contante.
Col recupero dell’evasione, intervenire sulla sanità pubblica, riducendo le sovvenzioni ai privati, sulla scuola, sull’ambiente, sull’efficientamento energetico e sulla manutenzione del territorio, sul clima per prevenire e mitigare i disastri dovuti al riscaldamento globale.
Vorrei e auspico un forte incremento dei salari e degli stipendi per garantire una vita dignitosa ai lavoratori tutti. Vorrei che i pensionati veri, quelli che hanno versato i contributi, non siano tassati in maniera gravosa e che venga riconosciuta a tutti la rivalutazione annuale.
Vorrei un’opposizione vicina ai problemi della gente, meno accademica e più incisiva nelle battaglie, nelle lotte di piazza, nelle associazioni. Un’opposizione che non cerchi alleanze con tutti coloro che sono contrari alla eliminazione delle ingiustizie sociali, che sanno premiare solo il profitto e sacrificare il lavoro.
Vorrei una stampa libera e non sottomessa ai politici di turno, una stampa che informi e spieghi dicendo la verità senza fare spettacolo.
Vorrei che si avesse il coraggio di ascoltare chi conosce certe realtà, senza inventare nulla. Vorrei essere più vicino alla verità piuttosto che alla menzogna, allo slogan, alla facile battuta, vorrei che i politici rendessero conto delle loro menzogne.
Scusate, mi pare di correre il rischio di imitare Lucio Dalla con sua stupenda canzone “l’anno che verrà”.