Il cuore della donna aveva smesso di battere per 24 minuti. Grazie però alla tempestività dell’intervento, prima del marito e poi dei paramedici, Lauren, questo il nome della donna di 39 anni che vive in Virginia, ha ripreso conoscenza sperimentando una sorta di “resurrezione”. Alla base dell’arresto cardiaco, si pensa sia stato il Covid.
Ricostruiamo l’episodio
Il fatto è stato riportato dal Mirror. Lauren soffre da anni di epilessia che cura con alcuni farmaci. Quando viene colta da un arresto cardiaco, si trova in casa. La sua fortuna è che è presente anche il marito che, vedendola poco dopo immobile sul pavimento, si appresta immediatamente a esercitarle un massaggio cardiaco. Il corpo di Lauren appare sempre più bluastro e la situazione non accenna a migliorare, per cui il marito chiama il 911 mentre continua a effettuare il massaggio cardiaco. Quattro minuti dopo, i paramedici arrivano sul posto e iniziano a tentare di farle ripartire il cuore. Dopo 24 minuti e l’applicazione di quattro scosse del defibrillatore, il cuore di Lauren è tornato a battere.
Nel periodo in cui è stata clinicamente morta, la donna rivela quello che in molti casi altre persone raccontano di vivere in queste condizioni: “una forte sensazione di pace”. Intervistata da Newseek ha affermato: “Mi sembra di aver iniziato una seconda vita, la mia prospettiva è cambiata e ora sono molto più a mio agio con il fatto di dipendere dagli altri”. I medici, dopo averla visitata, hanno poi scoperto che aveva contratto il Covid 19. In più, Lauren soffriva da tempo di miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco in genere associata a infezioni virali, batteriche o fungine (o micotiche). Si pensa quindi che il virus, in aggiunta al problema al cuore, abbia causato l’improvviso arresto.
Il parere dell’esperto
“La prima cosa meno eccezionale che traiamo da questo episodio è che il virus del Covid continua a circolare anche se è finita la pandemia. Un dato che deve spingere alcune persone, in condizioni di patologie preesistenti, a proteggersi di più”, spiega al FattoQuotidiano.it il professor Roberto Cauda, docente di Malattie infettive all’Università Cattolica. “Rispetto all’influenza stagionale che in questo periodo raggiunge numeri molto elevati (attualmente intorno a 1 milione di casi contro i 50mila circa di pazienti Covid), il virus del Covid è meno condizionato dalle temperature stagionali. Ecco perché è ancora necessario proteggere quelle persone più esposte a contrarre la malattia; anche se dobbiamo sottolineare che, nel tempo, le forme gravi della malattia sono sempre più diminuite lasciando il posto a disturbi ben più leggeri, come le riniti”.
Professor Cauda, quale prima precauzione avrebbe dovuto prendere la donna?
“Si sarebbe dovuta vaccinare, proprio perché presentava già alcune patologie, come la miocardite”.
Se confermato, sarebbe un dato eccezionale che l’arresto cardiaco sia stato causato dal Covid?
“Per risponderle, voglio ricordare che la proteina spike presente nel virus del Covid si lega a un recettore, l’enzima Ace-2 (l’enzima di conversione dell’angiotensina 2) che si trova praticamente in tutte le cellule degli organi del nostro corpo. Ecco perché, in relazione al Covid, non esiste un solo organo bersaglio, come i polmoni, ma possono esserlo anche il cuore e il cervello e molti altri. E ancora, le persone obese sono più soggette a sviluppare forme gravi di Covid a causa della forte presenza di Ace-2 negli adipociti, le cellule che formano il grasso. Detto questo, il fatto che si possa verificare un danno al cuore, come nel nostro caso, è un dato ormai ben noto; l’eccezionalità del caso di questa donna americana è dovuta alla presenza di una miocardite che ha favorito un evento molto più grave, come l’arresto cardiaco”.