Politica

Dall’autore dello sparo all’invito di Delmastro a Pozzolo: le domande ancora senza risposta su quanto accaduto al veglione di Rosazza

Chi ha esploso il colpo di pistola che ha ferito il genero di un agente della scorta di Andrea Delmastro? Se non è stato Emanuele Pozzolo, perché allora ha rifiutato di consegnare i vestiti all’autorità giudiziaria? E come e perché il deputato di FdI è arrivato sul luogo del “delitto”? Molte domande restano aperte sull’incidente alla pro loco di Rosazza (Biella) avvenuto durante un veglione di Capodanno a cui ha partecipato il sottosegretario meloniano alla Giustizia. A quella festa si è presentato anche Pozzolo, parlamentare vercellese alla prima legislatura, armato di una calibro 22 che a un certo punto ha sparato “accidentalmente” colpendo Luca Campana, elettricista di 31 anni. Sull’accaduto finora c’è una sola versione, quella dello stesso Delmastro, che in due interviste (a Corriere e Repubblica) si dipinge come una sfortunata vittima di un evento casuale. Nella versione del sottosegretario, finora non contraddetta da alcun elemento, Pozzolo è comparso all’evento “verso mezzanotte e mezza, forse un quarto all’una“. Quindi l’incidente, avvenuto all’1:30, si sarebbe verificato nemmeno un’ora dopo l’arrivo. “Non ha fatto il brindisi con noi”, assicura l’esponente di FdI. E per corroborare la versione sottolinea come su Facebook ci siano “le foto di lui che festeggia con la sua famiglia“. In realtà l’unica foto postata dal deputato risale a inizio serata, alle 21:03: in teoria, quindi, Pozzolo avrebbe potuto raggiungere senza problemi la festa per la mezzanotte.

Il sottosegretario, poi, afferma di non aver avuto idea che il collega fosse armato: “Sono basito. Mai avrei immaginato che portasse una pistola. Se l’avessi immaginato gli avrei detto di non venire“. E proprio nel momento in cui il revolver ha sparato, dice, lui non c’era: era uscito dalla pro loco per portare gli avanzi della cena in auto, parcheggiata a circa duecento metri. Solo una volta tornato dentro, racconta, ha scoperto dell’arma e allo stesso tempo dell’incidente. “Non so nulla della dinamica perché non ero presente quando è successo il fatto, e quando sono rientrato era già accaduto tutto”. Secondo la versione di Delmastro, quindi, Pozzolo ha tirato fuori l’arma (fino a quel momento nascosta) proprio nell’arco di quei pochi minuti in cui lui ha raggiunto l’auto ed è rientrato. E in quegli stessi minuti una mano ignota ha esploso il colpo: il deputato, infatti, ha affermato di non essere stato lui a sparare, circostanza confermata dal sottosegretario. “Chi era presente mi ha raccontato che aveva tirato fuori l’arma, una pistola grande quanto un accendino, per mostrarla. Poi è partito il colpo, accidentalmente”, ha detto al Corriere.

Se è così, però, risulta difficile comprendere perché Pozzolo si sia rifiutato di consegnare i vestiti all’autorità giudiziaria (la Procura di Biella che indaga per lesioni aggravate), invocando l’immunità parlamentare, dopo essersi sottoposto (poco dopo le 7 del 1° gennaio) al test dello stub per individuare residui di polvere da sparo. Un testimone presente alla festa, peraltro, ha raccontato ai Carabinieri che il parlamentare “era molto allegro e stava mostrando la pistola tenendola nel palmo della mano”. Una contraddizione possibile, poi, è quella in cui Delmastro cade raccontando della dinamica che ha portato Pozzolo a partecipare alla festa di Rosazza. Con Repubblica riconduce tutto a un’iniziativa del deputato: “Anche lui ha una casa in quella zona. È passato davanti alla pro loco, ha riconosciuto le macchine della scorta e l’auto di mia moglie, e ha intuito che potevamo essere lì… mi ha chiesto se più tardi poteva passare per un brindisi e io ovviamente gli ho detto sì”. Al Corriere, invece, dice di essere stato lui stesso a invitarlo: “Gli avevo chiesto di unirsi ai nostri festeggiamenti, portando la moglie e i tre figli. Ha preferito andare a casa e tornare dopo”.