È scattato l’allarme smog nella capitale, dove, nella giornata del 1 gennaio, i livelli di Pm10 hanno superato la soglia massima consentita. I punti di rilevamento dell’Arpa Lazio, nei quartieri di Preneste, Francia e Tiburtina hanno registrato valori superiori di 50 mg per metro cubo come media giornaliera di polveri inalabili; e, secondo il Dipartimento Ciclo dei Rifiuti, Prevenzione e Risanamento dagli Inquinamenti questa situazione durerà fino a venerdì 5 gennaio, quando ci saranno dei miglioramenti.

Per Pm si intende ‘materiale particolato‘ e indica le particelle atmosferiche, sia solide che liquide, sospese nell’aria; poi, in base alla loro dimensione si distinguono in Pm10, Pm 2,5 e Pm1, dove il numero indica la grandezza del diametro della particella. Questo particolato può essere costituito da molte sostanze (sabbia, ceneri, polveri, fuliggine, sostanze silicee, sostanze vegetali, metalli, fibre tessili naturali e artificiali, sali, elementi come carbonio o il piombo) che solitamente, per la gravità, si depositano al suolo, ma se di piccole dimensioni, rimangono nell’aria per molto tempo. In genere le Pm15 -ovvero le particelle più grandi di 15 micron- vengono “filtrate” dal naso; al contrario quelle più piccole si depositano nei tratti superiori dell’apparato respiratorio provocando irritazioni e secchezza alla gola, dunque la loro inalazione prolungata può portare a reazioni più gravi.

Secondo Francesco Petracchini, Direttore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, un ruolo determinante nell’aumento dei livelli di Pm10 è stato giocato dai botti e dai fuochi di capodanno, che -come lui afferma- a livello nazionale emettono circa 300 tonnellate di polveri fini; i fuochi d’artificio poi contengono anche degli inquinanti come il piombo, lo stronzio o il potassio. Il suggerimento, in generale, è di mettere in pratica volontariamente dei comportamenti che mirano a ridurre le emissioni prevenire queste situazioni, per quanto riguarda lo smog, si possono preferire veicoli elettrici e ibridi o mezzi pubblici.

Carlo Vancheri, professore ordinario di malattie respiratorie all’Università di Catania e presidente uscente della Società Italiana di Pneumologia, proposito di questo picco di pm10 registrato a Roma, invita bambini, anziani e persone con patologie polmonari a evitare il contatto con queste poveri che possono portare a problemi respiratori e dunque a restare a casa finché in valori non saranno rientrati nella norma.

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