È il 23 di gennaio del 2023. L’onorevole Emanuele Pozzolo – al centro delle polemiche politiche e di una vicenda giudiziaria dopo lo sparo a Capodanno in un paese in provincia di Biella – prende la parola (fatto di per sé già abbastanza raro) durante il dibattito sull’invio di armi in Ucraina. Prima difende il ministro Guido Crosetto: “Qualcuno lo ha definito ‘ministro guerrafondaio’, una scemenza sesquipedale”. Poi – elencando gli ultimi fatti storici recenti – ha attaccato il governo guidato da Giuseppe Conte: “La gestione del Covid è stata discutibile, per essere gentili”. E l’attualità: “In ciò che ha fatto Putin c’è un elemento irrazionale, che non è spiegabile. E per questo noi dobbiamo comprendere che con lui e con parte del mondo russo è difficile trattare con le dinamiche della ragione”. Da qui l’invio di armi per “riequilibrare i due schieramenti in campo”. Perché “non possiamo stare a guardare la storia che ci passa di fianco e non intervenire”.

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L’Italia del 2024 dovrà avere due qualità che finora il governo Meloni non ha mostrato

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Sparo a Capodanno, Meloni fa sapere di essere “infuriata” e pensa alla sospensione di Pozzolo. Ma per il momento tace

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