Un’altra grana per Emanuele Pozzolo, il deputato di Fratelli d’Italia dalla cui pistola nella notte di Capodanno è partito un proiettile che ha ferito uno dei presenti a una festa, nel Biellese. La prefettura di Biella ha avviato la procedura per ritirare altre sei armi in possesso del parlamentare che ha dichiarato di non aver sparato anche se un testimone, sentito dai carabinieri e intervistato da La Repubblica, ha dichiarato di averlo visto. A procedere è la prefettura di Biella, competente per territorio, dal momento che Pozzolo risulta residente a residente a Campiglia Cervo, un paesino di mezza montagna a meno di venti chilometri a nord del capoluogo. Le altre sei armi in suo possesso risulterebbero nell’abitazione di Vercelli.
Solo la mini pistola – North American Arms LR22 – che nella notte di Capodanno nella sede della pro loco di Rosazza ha sparato è stata finora sequestrata dai carabinieri. L’arma come i tamponi utilizzato per effettuare lo stub – ovvero la ricerca di residui di polvere da sparo – sono stati inviati al Ris di Parma per le analisi scientifiche. Per le altre sei armi non sarà un sequestro immediato: la legge prevede infatti che Pozzolo possa presentare le controdeduzioni entro una settimana. Se non dovessero essere accolte, i carabinieri potranno procedere al sequestrare pistole e fucili di proprietà del deputato di Fratelli d’Italia. A quel punto Pozzolo potrà comunque ricorrere al Tar entro sessanta giorni o presentare nei successivi tre mesi un ricorso straordinario al presidente della Repubblica.
La procura di Biella comunque attenderà gli esiti degli accertamenti tecnici per proseguire l’indagine. I carabinieri comunque non hanno terminato gli accertamenti con l’audizione dei testimoni presenti e con il test, sono stati delegati dal pm Francesca Ranieri a una completa “ricostruzione della dinamica dei fatti”.