La curatrice e il modello ricostruito in 3D - 3/4
Proprio a Monica Bietti – co-curatrice del volume, nonché ideatrice e coordinatrice del progetto – abbiamo chiesto quali sono le principali novità, emerse durante questo importante intervento, che troviamo riportate nel libro: “Prima di tutto abbiamo cercato di far capire come sarebbe divenuta la Sagrestia Nuova se Michelangelo non avesse interrotto il lavoro nel 1534. Dopo i duchi e le parti del giorno, Michelangelo si era concentrato sulle statue degli dei fluviali previsti sotto i sarcofagi, che voleva scolpire lui stesso per la loro particolare novità nel contenuto e nella forma. Il modello, conservato all’Accademia del Disegno e restaurato con grande maestria nell’Opificio delle Pietre Dure, è stato ricostruito digitalmente, stampato in 3D e posizionato in Sagrestia Nuova. Poi – prosegue Bietti – erano previste figure entro le nicchie accanto ai duchi, di cui Michelangelo aveva fornito modelli come nel caso de La Terra, realizzato per lo scultore Tribolo, per la figura da porre nella nicchia sinistra accanto a Giuliano. Tribolo aveva scolpito il soggetto in gran parte in pietra, ma un incendio agli Uffizi lo distrusse nel 1762. La Terra doveva esprimere la tristezza della natura per la morte del Duca Giuliano, completando il tema di un lamento universale per il defunto, incarnato dalle ore del giorno sul sarcofago e dalle divinità fluviali sottostanti. Quindi i Trofei, ora posti nell’ingresso della cappella, avrebbero dovuto trovare posto nei cornicioni, a sottolineare i trionfi militari dei duchi. Ai lati nei pannelli laterali, dove dovevano predominare ancora una volta la tristezza e il lamento, erano previste figure di ragazzi accovacciati, uno dei quali è ora conservato all’Ermitage di San Pietroburgo”.