Sicurezza e Milano sono due termini che negli ultimi tempi sono sempre più utilizzati insieme, tra chi ritiene il capoluogo poco sicuro e chi invece ancora lo difende.
Sulla questione è intervenuto anche lo scrittore Jonathan Bazzi che, sul proprio profilo Instagram, ha offerto una propria riflessione sull’andamento della città meneghina anche su temi come ‘gli affitti degli appartamenti ed i trasporti pubblici’: “A Milano la qualità della vita si è schiantata al suolo negli ultimi anni”, ha detto sui social dopo che il romanziere e il compagno hanno avuto l’ennesimo “incontro indesiderato”.
“È impossibile trovare una casa (o una stanza) a prezzi sostenibili, donne e membri della comunità LGBTQ+ hanno paura a girare per strada – l’ultimo incontro indesiderato mi è capitato ieri sera – e i mezzi pubblici hanno tempi di attesa indegni (nonostante il biglietto costi sempre di più). In questo scenario in cui è davvero difficile immaginare un futuro, figurarsi metter su famiglia, la priorità del sindaco oggi è quella di vantarsi dei nuovi trappoloni meccanici introdotti come tornelli in metropolitana”, ha spiegato.
“Ha senso in effetti: a saltare i tornelli – ha continuato Bazzi – non sono certo i padroni di questa metropoli implosa, in cui per affittare un bilocale uno stipendio mensile non è più sufficiente”.
Sentito dal Corriere della Sera, lo scrittore ha incalzato: “Dopo il mio messaggio sui social in molti mi hanno scritto che dopo aver vissuto a Milano vorrebbero tornarci ma i costi sono troppo elevati per chi ha uno stipendio normale. Del resto, ormai una stanza può arrivare a costare anche 800 euro. Questa città oggi chiede troppo a chi vuole viverci e questo ha una ricaduta incredibile sulla qualità della vita, soprattutto per chi è in una stagione diversa rispetto al periodo universitario, dove magari ci si adattava a tutto”.