Sebbene galleggiando sopra la sufficienza, Carlo III nei sondaggi di gradimento ancora regge: è popolare per il 52% degli inglesi, secondo YouGov. (William è al 69%
E se Carlo III non ci pensasse minimamente ad abdicare in favore del figlio William? La Corona inglese è una cosa seria e non sarà certo un editoriale pubblicato sul Guardian a fare cambiare idea ad un re che ha passato tutta la sua vita, almeno 70 anni, ad aspettare di assumere quel ruolo. A maggior ragione se a vergare il pezzo sul quotidiano, decisamente poco filo monarchico, è un tale Simon Jenkins non nuovo ad iniziative del genere. Era il febbraio del 2022 quando sulle stesse colonne del Guardian il commentatore aveva lanciato, “sussurrandola” la stessa idea alla regina Elisabetta II, pur apprezzata per i suoi 70 anni di regno. Già all’epoca l’invito all’abdicazione era stato chiaro. Vista l’età e viste le precarie condizioni di salute, sarebbe buono e giusto se la regina lasciasse in favore del figlio Carlo. Questo fa immediatamente capire che il problema non è Carlo III, in quanto tale, ma la corona in sè.
Qualche giorno fa, infatti, a distanza di due anni e a ridosso della nuova proclamazione, tanto attesa, Jenkins è tornato sul tema, questa volta invitando il neo monarca a fare un passo indietro in favore di William e Kate. La motivazione, questa volta, non è legata a problemi di salute, che il re non pare avere, ma all’esempio fornito dalla regina di Danimarca Margrethe II, 83enne, che, il primo gennaio, ha annunciato il suo passo indietro in favore del figlio Frederik. La differenza, però, qui sta nel fatto che la monarca danese soffre di salute, è infatti stata recentemente operata per problemi alla schiena e ha abbondantemente regnato per 50 anni.
Carlo, oggi 75enne, che ne ha aspettati 70 per mettersi in testa quella corona. Tra l’altro, il tema sollevato dall’editoriale che ha suscitato tante reazioni, in patria e non solo, è l’opportunità di continuare a garantire alla monarchia certi privilegi. Quelli ereditari legati alla successione, quelli economici legati al costo della ditta e quelli legislativi legati al ruolo costituzionale. Insomma, l’abdicazione di Margrethe avrebbe riacceso un faro sul sistema della corona inglese mostrandone l’arcaicità e l’inadeguatezza rispetto ai tempi che corrono.
Carlo non ha dato segni di decadenza fisica né mentale, gli riconosce Jenkins, ma ciò non toglie che la “successione attraverso la morte” del monarca precedente sia considerata fuori dal tempo e l’ereditarietà del titolo “indifendibile”. Come può una pratica tipica delle dittature caratterizzare una grande democrazia come quella britannica, il senso della critica e dell’invito a cambiare registro. In fondo, fa notare il Guardian, questo sistema ha fatto i suoi “danni” anche in politica, con il turbolento passaggio di consegne tra il dimissionario Boris Johnson che ha in qualche modo favorito la successione alla sua pupilla Liz Truss. Un capitolo decisamente controverso nella storia della politica inglese e rapidamente dimenticato con l’ascesa al potere del più acerrimo nemico dell’ex primo ministro, Rishi Sunak.
Quindi, secondo Jenkins, la saggezza della regina di Danimarca e l’esempio disastroso fornito da Downing Street dovrebbero essere un chiaro messaggio per il re. Peccato che, dalla pubblicazione dell’editoriale, esperti di corona e delle vicende di palazzo abbiano assolutamente bocciato ogni probabilità che questa abdicazione possa accadere. Sebbene galleggiando sopra la sufficienza, Carlo III nei sondaggi di gradimento ancora regge: è popolare per il 52% degli inglesi, secondo YouGov. (William è al 69%).
Il suo regno ha già un profilo molto chiaro e le sue idee hanno trovato spazio per esprimersi nonostante il protocollo inviti alla riservatezza. Basta ricordare la cravatta con il colori della Grecia nei giorni in cui il governo ellenico chiedeva indietro le statue del Partenone a quello inglese. O la presenza ai summit sul clima, non certo come comparsa. Il Daily Mail, tabloid dall’atteggiamento sicuramente lontano rispetto al Guardian, ha dato voce all’ipotesi di un regno breve, di 5-10 anni per poi abdicare; ma è sembrata più una provocazione per vedere l’effetto che fa che non una notizia…Certo, William e Kate sono la famiglia reale che tutti ammirano, ma avranno tutto il tempo di snellire e ringiovanire la corona. Adesso è il tempo del re che ha avuto la pazienza di aspettare una vita.