Serrato botta e risposta a In Onda (La7) tra la vicedirettrice del TgLa7 Gaia Tortora e il giornalista de Il Fatto Quotidiano Andrea Scanzi sulla conferenza stampa tenuta ieri dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e, in particolare, sul passaggio relativo alla “legge bavaglio”, ovvero l’emendamento del deputato di Azione Enrico Costa alla legge di delegazione europea che vieta di pubblicare, anche per stralci, le ordinanze di custodia cautelare, comprese le intercettazioni telefoniche in esse contenute. Meloni ha affermato che non avrebbe proposto quella legge, ma ha definito “equilibrata” la soluzione trovata in Parlamento.

Scanzi, pur salvando alcuni momenti della conferenza stampa che definisce “il minimo sindacale”, stronca tutto il resto: “L’ho trovato prevedibile, deludente, a tratti noioso e involontariamente comico. È stato un mix di benaltrismo, di vittimismo, di propaganda con dei passaggi, secondo me, impresentabili e irricevibili, come quello della difesa della legge bavaglio – continua, mentre Gaia Tortora scuote la testa in dissenso – o come quando ha sostenuto che la Rai non è affatto Tele Meloni e che loro addirittura stanno facendo un’opera di riequilibrio. Vorrei sapere in che senso ‘opera di riequilibrio'”.

E aggiunge: “C’è stata anche la negazione della questione morale, che invece esiste, eccome. La Meloni ha detto di non avere nessuna pietà nei confronti di coloro che non avvertono la responsabilità dell’importanza di fare politica. Io le credo, ma quello che ha fatto con Pozzolo non l’ha fatto e non lo farà né con la Santanché, né con Sgarbi, né con Salvini, né con Delmastro. Insomma, alla conferenza stampa della Meloni farei fatica a dare 4“.

Tortora premette che era presente: “Ristabiliamo l’ordine delle cose. Sulla legge bavaglio, la Meloni non ha fatto un intervento estemporaneo, ma ha risposto al presidente della Fnsi (che ha disertato per protesta la conferenza, ndr) e ha ricordato quella che impropriamente viene definita ‘legge bavaglio’, perché per i giornalisti non cambia assolutamente nulla e loro potranno continuare a raccontare tutto quello che stanno giustamente raccontando fino a oggi – aggiunge – E, quindi, tirata in ballo, la Meloni ha detto la sua. Questo, diciamo, tanto per rimettere in fila le cose. Io finora ho visto solo gente che era d’accordo con la legge bavaglio. Io, ripeto, non sono d’accordo né col chiamarla ‘legge bavaglio’, né con la posizione della Fnsi. E penso di poterlo dire, no?”.

Scanzi replica: “Veramente non hai messo in fila le cose, hai espresso il tuo punto di vista”.
La giornalista ribadisce la sua posizione, contestando le parole di Scanzi: “Hai definito quelle parole di Meloni un ‘passaggio insostenibile sulla legge bavaglio’. Ma era una sua opinione”.
“È un parere legittimo ma, secondo me, insostenibile dal punto di vista contenutistico – ribatte la firma del Fatto – Dopodiché, è ovvio che se uno la pensa come Renzi, Calenda e il centrodestra, è sacrosanto essere d’accordo con la Meloni. Ricordo solo che per la prima volta non era presente al Fnsi, proprio come forma di protesta nei confronti della legge bavaglio”.
Tortora insorge: “Con tutto il rispetto, c’erano sia i colleghi che erano d’accordo, sia quelli che non erano d’accordo”.
Interviene Luca Telese: “Ricordiamo, infatti, i tre colleghi che eroicamente hanno premesso di essere contrari alla legge”.
“Eroicamente? – sbotta Gaia Tortora – Gli eroi sono altri”.

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