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“Rischio di sindrome sgombroide”: il Ministero della Salute richiama due lotti di filetti di tonno Oltremare

L'alimento può essere riconsegnato presso il supermercato dove è stato acquistato, ottenendo il rimborso sull'importo speso

di F. Q.

Il Ministero della Salute ha richiamato due lotti di filetti di tonno Oltremare. Il motivo? ‘Rischio di sviluppare la sindrome sgombroide‘. La segnalazione è ricaduta sui lotti 3H05 e 3H06 che hanno come data di scadenza, riportata nella confezione, la dicitura “Preferibilmente entro la fine di 08/25“. Il marchio di identificazione dello stabilimento è contrassegnato con “14 (India)” e il nome o la ragione sociale dell’Osa con cui il prodotto viene commercializzato è il seguente: “EFFEGI SERVICE SPA – Via Spallanzani 2, Loc. Valdaro – 46100 – Mantova”.

Occhi ben aperti, dunque, per il ‘surgelato che non dev’essere consumato’. L’alimento può essere riconsegnato presso il supermercato dove è stato acquistato, ottenendo il rimborso sull’importo speso. Gli altri lotti, invece, non presentato alcun tipo di anomalia. A far scattare ‘l’allarme sgombroide’, sarebbero stati dei valori di istamina sopra la media prevista: “Presenza di istamina oltre i limiti normativi consentiti, con rischio di sviluppo di sindrome sgombroide nei lotti 3H05 e 3H06 con numero di stabilimento 514 e TMC 08/2025″.

L’istamina è un composto azotato che è già presente all’interno dell’organismo umano e serve per combattere infiammazioni e allergie. La presenza in eccesso nel corpo o la mal conservazione dell’alimento, ovvero quando il pesce non viene mantenuto al di sotto la temperatura di 4 gradi, sono due condizioni che possono provocare effetti collaterali come: ‘mal di testa ai problemi digestivi, gonfiore addominale, nausea e vomito’ a chi assume il cibo. Il rischio è però un altro. Si tratta della sindrome sgombroide: “Questa particolare intossicazione alimentare dà mal di testa e prurito. A provocare questa reazione è l’ingestione di una sostanza che si chiama istamina”, ha spiegato l’ospedale Niguarda.

I sintomi compaiono dopo 2-3 minuti circa dall’ingestione del surgelato causando, per la maggior parte dei casi: “Orticaria, nausea, vomito, diarrea e dolori crampiformi addominali. Nelle forme più gravi di sindrome sgombroide, comunque rare, possono insorgere difficoltà respiratorie, palpitazioni, ipotensione e ischemiamiocardica. L’eventuale trattamento in caso di grave intossicazione prevede l’impiego di antistaminici. Solo raramente possono essere necessari broncodilatatori”, ha chiarito l’ospedale milanese.

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