Giuliano Amato lascia la presidenza della Commissione algoritmi. Ad annunciarlo, all’indomani della conferenza stampa di ‘inizio anno’ della premier Giorgia Meloni, è lo stesso ex presidente del Consiglio in un colloquio con il Corriere della Sera. La nomina a presidente dell’organismo istituito per studiare rischi e opportunità legati all’intelligenza artificiale era arrivata a ottobre, non senza l’irritazione di Meloni che ha sfruttato l’assisti di una domanda di Libero in conferenza stampa per attaccare Amato: “Sul tema della commissione algoritmi, credo si sappia che non è stata una mia iniziativa e ho detto tendenzialmente quello che pensavo ma al di là di questo, non ho nulla da dire nello specifico al professor Amato, sono rimasta francamente basita dalle sue dichiarazioni che riguardano la Corte Costituzionale“.
Il giorno successivo ecco il passo indietro di Amato: “È una commissione della presidenza del Consiglio, e visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz’altro l’incarico“, ha detto al Corriere. “Peccato, ci perdono qualcosa… Ma a me semplificherà la vita”, aggiunge il costituzionalista. Amato è finito nel ‘mirino’ della premier per una recente intervista a Repubblica intitolata “Democrazia a rischio, l’Italia può seguire Polonia e Ungheria“, in cui avanzava dubbi e preoccupazioni per il nuovo anno.
“Si pone il problema perché entro il 2024 il Parlamento, che oggi ha una maggioranza di centrodestra, deve nominare 4 giudici della Corte Costituzionale, quindi” ci sarebbe “il rischio di una deriva autoritaria. Questa idea per cui quando vince la sinistra deve poter esercitare tutte le prerogative e quando vince la destra no, temo necessiti di alcune modifiche costituzionali”, credo sia “una deriva autoritaria pensare che chi vince le elezioni non abbia le stesse prerogative della sinistra”, ha attaccato Meloni. Che poi ha ironicamente aggiunto: “Propongano una riforma che preveda che i giudici siano nominati dal Pd, sentiti i pareri di alcuni intellettuali e di Giuliano Amato”.
L’ex premier al Corriere replica spiega di non aver “assolutamente parlato dell’elezione dei giudici della Corte Costituzionale”. “Ho evidenziato un altro problema, come sa chi ha letto davvero l’intervista. Ho parlato dell’accoglienza delle decisioni della Corte, chiunque l’abbia eletta, e ad oggi in Italia non è mai stata la Presidente del Consiglio a porre questa questione. Hanno cominciato altri esponenti della sua maggioranza, ma non lei”. Amato nell’intervista commentata da Meloni aveva anche parlato del rischio che le Corti Costituzionali siano additate come nemiche della collettività, citando il caso della Polonia, e “ho pure detto che da noi quello che è accaduto lì ora è inconcepibile”. “Certo potrebbe accadere perché non c’è nulla che lo impedisca, ma ora è ritenuto inconcepibile“, ribadisce.