“È dal 2013 che ogni anno vengono pagati in ritardo, fra gennaio e marzo, gli stipendi dei docenti precari titolari di supplenze brevi. I ritardi si accumulano per il periodo lavorativo settembre-dicembre, a causa di specifici problemi burocratici che coinvolgono più ministeri e diverse istituzioni. Abbiamo concordato con il Mef un’assegnazione straordinaria che avverrà l’11 gennaio. Entro questo mese formuleremo una proposta definitiva di risoluzione della questione”. A dare una speranza alle migliaia di precari della scuola che da mesi non vedono uno stipendio è Jacopo Greco, il capo dipartimento per le risorse umane, finanziare e strumentali del ministero dell’Istruzione e del Merito. Dopo le polemiche del mese di dicembre, fonti governative avevano assicurato a ilfattoquotidiano.it che entro la fine del mese scorso il personale avrebbe avuto accreditati tutti i soldi, arretrati compresi. Ora rimonta la protesta.
Tanti maestri e professori, infatti, nonostante le promesse non hanno ancora visto un centesimo di euro. Ora da viale Trastevere provano a ricucire lo strappo impegnandosi a trovare una soluzione: “Tra qualche giorno – dice Greco – effettueremo i 15mila pagamenti rimanenti, oltre alle mensilità di dicembre ancora non retribuite”. Parole che fanno arrabbiare chi aspetta di vedere lo stipendio: “Perché ci pagheranno l’undici? A scuola – dice a ilfattoquotidiano.it Dante Luca Campoli – torniamo l’otto gennaio o forse noi supplenti siamo esentati per tre giorni dal lavoro? E poi fino all’undici continuiamo a mangiare pane e acqua? Non ce la facciamo più”.
Una situazione che conosce bene anche Chiara De Nuccio, altra docente precaria che racconta: “Vi lascio immaginare la vita vissuta in questi mesi da tutti noi: i prestiti e le umiliazioni subite; il disagio di non potersi permettere una visita medica; l’acquisto di farmaci; fare la spesa, le rate accumulate, la benzina per recarsi al lavoro ogni mattina. Ogni lavoratore onesto dovrebbe avere la sua retribuzione alla fine di ogni mese come è giusto che sia. Il precario è un lavoratore uguale agli altri, garantisce continuità e stabilità agli studenti e va trattato come tutti gli altri”. La docente non riesce ad essere ottimista nemmeno ora che si parla di un’erogazione imminente: “Considerando che molti di noi dovranno restituire tutti i prestiti chiesti, nessuno potrà ridarci la dignità persa, la paura di non poter mettere il piatto a tavola, lo stress per l’accumulo delle rate, il triste Natale appena passato e i pessimi mesi vissuti”.
A stare dalla parte dei lavoratori sono le organizzazioni sindacali che diffidano delle parole di Greco: “L’Italia – spiega il segretario nazionale della Uil Scuola, Giuseppe d’Aprile – è l’unica nazione in Europa dove i supplenti brevi non percepiscono lo stipendio da mesi. Su questa vicenda, stiamo assistendo a un inaccettabile scarica barile. Invece di cercare il colpevole, il ministero si assuma la responsabilità e sani questa intollerabile situazione. Non è possibile che un cavillo burocratico/organizzativo impedisca il regolare pagamento di coloro che, con impegno e dedizione, lavorano tutti i giorni ed hanno diritto ad essere retribuiti”.
Dura anche Ivana Barbacci, segretaria della Cisl Scuola: “Il ritardo nel pagamento della retribuzione docenti supplenti brevi è un fenomeno che si ripete da anni e non è più tollerabile; abbiamo più volte proposto al ministero delle finanze soluzioni tecniche mutuate dalle procedure adottate per il pagamento dei supplenti annuali, ma ad oggi andiamo avanti solo con ‘emissioni speciali’ in forte ritardo rispetto al diritto dì percepire la retribuzione in tempi regolari e puntuali per il lavoro svolto. Non è più tempo di attendere riflessioni improduttive, il Mef e gli organi tecnici ad esso collegati risolvano definitamente il problema”.
Decisiva la posizione anche di Marcello Pacifico dell’Anief: “Aspetteremo l’undici gennaio, dopodiché faremo un’azione collettiva con richiesta di pagamento anche di tutti gli interessi maturati. Confidavamo in una risposta del ministro sulla semplificazione delle procedure ma non è arrivata. Siamo pronti nel caso fallisse quest’ultima data di promessa di erogazione ad aprire una vertenza legale”.
Scuola
Scuola, i supplenti ancora senza un euro di stipendio. Il ministero promette: “Pagheremo l’11”. La protesta: “Nessuno ci ridarà la dignità”
“È dal 2013 che ogni anno vengono pagati in ritardo, fra gennaio e marzo, gli stipendi dei docenti precari titolari di supplenze brevi. I ritardi si accumulano per il periodo lavorativo settembre-dicembre, a causa di specifici problemi burocratici che coinvolgono più ministeri e diverse istituzioni. Abbiamo concordato con il Mef un’assegnazione straordinaria che avverrà l’11 gennaio. Entro questo mese formuleremo una proposta definitiva di risoluzione della questione”. A dare una speranza alle migliaia di precari della scuola che da mesi non vedono uno stipendio è Jacopo Greco, il capo dipartimento per le risorse umane, finanziare e strumentali del ministero dell’Istruzione e del Merito. Dopo le polemiche del mese di dicembre, fonti governative avevano assicurato a ilfattoquotidiano.it che entro la fine del mese scorso il personale avrebbe avuto accreditati tutti i soldi, arretrati compresi. Ora rimonta la protesta.
Tanti maestri e professori, infatti, nonostante le promesse non hanno ancora visto un centesimo di euro. Ora da viale Trastevere provano a ricucire lo strappo impegnandosi a trovare una soluzione: “Tra qualche giorno – dice Greco – effettueremo i 15mila pagamenti rimanenti, oltre alle mensilità di dicembre ancora non retribuite”. Parole che fanno arrabbiare chi aspetta di vedere lo stipendio: “Perché ci pagheranno l’undici? A scuola – dice a ilfattoquotidiano.it Dante Luca Campoli – torniamo l’otto gennaio o forse noi supplenti siamo esentati per tre giorni dal lavoro? E poi fino all’undici continuiamo a mangiare pane e acqua? Non ce la facciamo più”.
Una situazione che conosce bene anche Chiara De Nuccio, altra docente precaria che racconta: “Vi lascio immaginare la vita vissuta in questi mesi da tutti noi: i prestiti e le umiliazioni subite; il disagio di non potersi permettere una visita medica; l’acquisto di farmaci; fare la spesa, le rate accumulate, la benzina per recarsi al lavoro ogni mattina. Ogni lavoratore onesto dovrebbe avere la sua retribuzione alla fine di ogni mese come è giusto che sia. Il precario è un lavoratore uguale agli altri, garantisce continuità e stabilità agli studenti e va trattato come tutti gli altri”. La docente non riesce ad essere ottimista nemmeno ora che si parla di un’erogazione imminente: “Considerando che molti di noi dovranno restituire tutti i prestiti chiesti, nessuno potrà ridarci la dignità persa, la paura di non poter mettere il piatto a tavola, lo stress per l’accumulo delle rate, il triste Natale appena passato e i pessimi mesi vissuti”.
A stare dalla parte dei lavoratori sono le organizzazioni sindacali che diffidano delle parole di Greco: “L’Italia – spiega il segretario nazionale della Uil Scuola, Giuseppe d’Aprile – è l’unica nazione in Europa dove i supplenti brevi non percepiscono lo stipendio da mesi. Su questa vicenda, stiamo assistendo a un inaccettabile scarica barile. Invece di cercare il colpevole, il ministero si assuma la responsabilità e sani questa intollerabile situazione. Non è possibile che un cavillo burocratico/organizzativo impedisca il regolare pagamento di coloro che, con impegno e dedizione, lavorano tutti i giorni ed hanno diritto ad essere retribuiti”.
Dura anche Ivana Barbacci, segretaria della Cisl Scuola: “Il ritardo nel pagamento della retribuzione docenti supplenti brevi è un fenomeno che si ripete da anni e non è più tollerabile; abbiamo più volte proposto al ministero delle finanze soluzioni tecniche mutuate dalle procedure adottate per il pagamento dei supplenti annuali, ma ad oggi andiamo avanti solo con ‘emissioni speciali’ in forte ritardo rispetto al diritto dì percepire la retribuzione in tempi regolari e puntuali per il lavoro svolto. Non è più tempo di attendere riflessioni improduttive, il Mef e gli organi tecnici ad esso collegati risolvano definitamente il problema”.
Decisiva la posizione anche di Marcello Pacifico dell’Anief: “Aspetteremo l’undici gennaio, dopodiché faremo un’azione collettiva con richiesta di pagamento anche di tutti gli interessi maturati. Confidavamo in una risposta del ministro sulla semplificazione delle procedure ma non è arrivata. Siamo pronti nel caso fallisse quest’ultima data di promessa di erogazione ad aprire una vertenza legale”.
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".