Una piccola Terra dei Fuochi è stata scoperta nel quadrante sud ovest della Capitale, al confine con il Comune di Fiumicino, più precisamente sulla Portuense, a poche centinaia di metri dall’immensa Città del Commercio all’ingrosso (Commerce city) e dall’aeroporto di Fiumicino. Rifiuti speciali, chimici, sanitari, vernici, ferro, elettrodomestici, porte, mobili, arredi e spazzatura varia venivano scaricati e bruciati nella discarica abusiva di circa 18 ettari e secondo i calcoli dell’Ama per rimuovere i rifiuti ci vorranno almeno 100 autotreni.

Il Gip presso il Tribunale di Roma, dopo un’indagine condotta dalla Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino, coordinati dalla Procura della Repubblica, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per una donna di 52 anni e altre 11 persone sono indagate tra le quali il compagno della donna, i figli ed alcuni imprenditori.

La donna, dipendente della Regione Lazio, millantava rapporti con il clan Spada di Ostia e altri ambienti della criminalità organizzata di Roma. Nel 2014 ha occupato abusivamente il terreno, mettendolo a disposizione di alcune ditte di traslochi, di ristrutturazione edilizie e di facchinaggio per occultare tonnellate di rifiuti. In questo modo, secondo quanto emerge dall’indagine, le imprese non “avrebbero pagato il costo per il regolare smaltimento e sarebbero così riuscite a monopolizzare il mercato, offrendo ai clienti un prezzo competitivo”. L’arrestata, oltretutto, pubblicizzava sul suo profilo Facebook le imprese incriminate. I reati contestati, a vario titolo, sono inquinamento ambientale, incendio doloso, calunnia, furto di energia elettrica ed acqua, abbandono e malgoverno di animali poiché tra i cumuli dei rifiuti e una fognatura a cielo aperto vivevano, in pessime condizioni sanitarie, circa 40 cani di varie razze, una folta colonia felina e tre cavalli, tutti posti sotto sequestro.

Le indagini sono scattate nel marzo scorso, dopo alcune segnalazioni di piloti di linea che avevano comunicato la presenza di fumi provenire da un terreno sottostante la verticale di volo in fase di atterraggio, quando per motivi di condizioni meteo sfavorevoli erano costretti ad atterrare su una seconda pista dello scalo romano. Il blitz finale è stato condotto anche con l’ausilio delle guardie ecozoofile Norsaa.

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