Dopo il “pandoro gate” e l’affaire uova di Pasqua, si potrebbe aprire un altro fronte inatteso per Chiara Ferragni: quello relativo alla bambola Trudi, una limited edition creata dopo il matrimonio con Fedez per supportare una no profit impegnata contro il cyberbullismo. Un effetto domino così clamoroso era inimmaginabile fino a poche settimane fa e in attesa di capire che piega prenderanno le indagini in corso – visto che per ora sono stati aperti “fascicoli esplorativi” modello 45, ossia senza indagati né ipotesi di reato -, il quotidiano La Verità rivela che i pm di Milano e la Guardia di Finanza che indagano sul pandoro Balocco e sull’uovo di Pasqua di Dolci Preziosi avrebbero già acceso i riflettori anche sull’edizione limitata della Chiara Ferragni Mascotte. Ma di cosa si tratta? La super influencer presentò così la bambola con le sue fattezze, alta da 34 centimetri, il cui prezzo di vendita è sceso da 34,99 a 24,99 euro: “Visto che molti di voi hanno amato la bambola Chiara Ferragni che creammo per il nostro matrimonio abbiamo deciso di creare un’edizione limitata della Chiara Ferragni Mascotte: si vende ora su The Blonde Salad e tutti i profitti andranno a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore”.
Secondo La Verità, già lunedì il procuratore aggiunto Eugenio Fusco potrebbe iscrivere nel registro degli indagati l’influencer e chi ha lavorato agli altri due progetti – pandoro e uova di Pasqua – per capire soprattutto in che modo siano state realizzate le operazioni benefiche. Compresa, sempre stando a quanto scrive il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, quella legata a Sanremo 2023 quando la Ferragni annunciò di devolvere i 100mila euro di compenso per la conduzione all’associazione Di.Re. (Donne in Rete contro la violenza). Se da una parte ci sono da chiarire gli aspetti legali, la task force messa in piedi dalla Ferragni dovrà presto provare ad arginare anche il fronte economico e commerciale, se è vero come raccontano più fonti che dopo Safilo e Coca Cola – che ha congelato lo spot con la influencer la cui messa in onda era prevista per Sanremo – altri brand starebbero valutando come muoversi. Ma a quanto ammonta il danno provocato da questi “casi”? “In proiezione si può parlare di un danno economico anche superiore ai 5 milioni di euro”, spiega a Il Giornale Tiberio Brunetti, il fondatore di Vis Factor, società che si occupa di posizionamento strategico e comunicazione.
“Se la Ferragni non recupera presto e bene la sua credibilità in prospettiva può perdere gran parte del suo fatturato annuale, anche decine di milioni”, rivela l’esperto. Insomma, se la perdita di followers è per ora un’inezia assoluta – 180mila su quasi 30 milioni – diverso è il discorso relativo alla credibilità: “La Ferragni, perdendo la sua credibilità, ha perso soldi per i post non pubblicati, ma anche per i prodotti non venduti e per i brand che la abbandonano o che non prenderà mai”, aggiunge Brunetti.