Marciapiedi inondati di immondizia, mentre 171 nuovissimi mezzi per la raccolta restano fermi nei depositi per mancanza di personale. È questa la situazione di Palermo durante le festività natalizie. Un intoppo burocratico che crea due immagini contrapposte ma con un unico risultato: il grave disservizio per gli abitanti. Un’emergenza che si trascina da lungo tempo ma che ha raggiunto il picco proprio sotto le feste e che vede il primo cittadino, Roberto Lagalla – eletto orami da più di un anno e mezzo tra le file del centrodestra – sempre più in difficoltà. Le ultime dichiarazioni del sindaco, infatti, inaspriscono i rapporti con i sindacati che hanno risposto revocando l’accordo sugli straordinari, necessari per smaltire il grande accumulo di rifiuti che si è aggravato durante le festività: con le continue richieste di interventi dei cittadini dei quartieri periferici alla Rap, la partecipata comunale che gestisce la raccolta. Tutta la città, da via Messina Marine alla Zisa, da Brancaccio allo Sperone, ovvero tutte le zone non servite dalla raccolta differenziata (ferma al 15 per cento) sono in emergenza. Una situazione che porta Lagalla a dichiarazioni di fuoco contro alcuni dipendenti: “Ce ne sono 400 che hanno limitazioni funzionali legate a certificazioni sanitarie. Per loro sarebbe consigliabile un viaggio a Lourdes”. Così ha detto il sindaco, poco prima di evocare l’ombra di una privatizzazione: “O si migliora il servizio o si valuteranno alternative di partenariato pubblico-privato”.
Un percorso indicato non a caso, secondo il Pd: “Non vorrei che si trattasse di una strategia ben precisa, ovvero quello di rendere carente un servizio per avviare la privatizzazione. La cosa strana è che Lagalla parla dei disservizi Rap come se l’argomento non lo riguardasse o dipendesse da altri, dimenticando di essere il socio unico. Dimenticando anche di aver perso dieci mesi di tempo ad indicare un suo nome per la guida della Rap, che è senza piano industriale, senza risorse economiche e con carenza di personale”, suggerisce Giuseppe Lupo, consigliere comunale del Pd.
E anche per Dionisio Giordano, segretario generale Fit Cisl Sicilia (che in Rap conta 1.000 iscritti su 1.400) potrebbe esserci una strategia precisa: “Non ti mando le risorse, ti creo difficoltà, qualcuno si lamenta e devo privatizzare. Se questa è la mira, lo dicessero con chiarezza”. Ed è proprio grazie allo scontro di Lagalla con i sindacati che la raccolta subisce un nuovo rallentamento: “Rispondiamo con la revoca immediata dell’accordo sul doppio turno di raccolta. Il Comune consenta alla società di fare le assunzioni o andremo allo sciopero“, questa è stata la reazione dei sindacati che hanno firmato un comunicato unitario. D’ora in avanti dunque la grande mole di rifiuti verrà smaltita in orari ordinari.
Per capire quale sia l’origine dell’emergenza, d’altronde, ci si scontra con un’altra forte contraddizione: il Consiglio comunale ha deliberato lo stanziamento di 21 milioni di euro per la Rap, ma poi gli uffici non hanno liquidato la somma. “C’è su questo stanziamento, un approfondimento da parte di un ufficio e per questo abbiamo chiesto chiarimenti, così come abbiamo chiesto l’audizione ai dirigenti degli uffici preposti”, avverte Mariangela Di Gangi, consigliera comunale e componente della commissione Bilancio. Ma nella casse della Rap non mancano solo i soldi già impegnati dalle casse comunali: lo scorso 27 luglio la giunta regionale di Renato Schifani aveva stanziato un milione di euro per “supporto finanziario per emergenza in corso presso la discarica di Bellolampo”, ovvero la discarica gestita proprio dalla Rap, che aveva subito un fermo di giorni dovuto all’ondata di incendi della scorsa estate. Uno stop che ha determinato l’obbligo di conferire in altre aree con un costo extra per le casse della partecipata palermitana. Anche in questo caso, soldi deliberati e non liquidati.
La politica delibera ma la burocrazia non liquida, sia al Comune che alla Regione, entrambi guidati dal centrodestra. Per questo Giordano insiste: “È come se ci fossero due anime, quella politica e quella burocratica, che agiscono in contraddizione tra loro”. Intanto la carenza d’organico che è stata ora ammessa anche dall’amministrazione comunale, dopo il tavolo tecnico di venerdì pomeriggio tra i vertici della Rap, il sindaco, la vicesindaca (la meloniana Carolina Varchi), e l’assessore all’ambiente, Pietro Alongi. Proprio quest’ultimo ha parlato al termine del tavolo, riferendo che “di concerto con il sindaco Roberto Lagalla, vi è una preliminare condivisione affinché Rap possa procedere, in breve arco di tempo, al reclutamento a tempo determinato di 150 unità, tra autisti e operatori”. La disdetta però resta in piedi: “Gli accordi sugli straordinari restano revocati”, assicura Giordano. Che incassa: “Siamo contenti che sia stata certificata l’esigenza di fare assunzioni. Si va nella direzione che abbiamo chiesto e ci auguriamo si prosegua verso assunzioni strutturali. Ci auguriamo soprattutto che il comune di Palermo possa trovare un’anima unica, così da seguire un percorso univoco che non provochi altri rallentamenti”.