“Mi autodenuncio: io sono tra chi si è opposto, firmando interrogazioni e ogni altro atto che potesse impedire uno scempio di territorio e di denaro pubblico”. Luana Zanella, veneziana, una vita trascorsa sul fronte ambientalista, oggi presidente del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, dichiara tutta la propria indignazione per la richiesta del Gruppo Danieli di conoscere i nomi delle oltre 24 mila persone che con una petizione si sono opposte al via libera alla costruzione di una acciaieria nella Laguna di Marano. Il progetto inizialmente aveva registrato il favore della Regione Friuli Venezia Giulia, poi la sollevazione popolare e di molti sindaci, tra cui parecchi leghisti, aveva indotto la giunta di Massimiliano Fedriga a ripensarci. Adesso Danieli, che avrebbe voluto costruire l’impianto assieme agli ucraini di Metinvest, ha chiesto alla Regione, con la documentazione dell’iter amministrativo, anche i nomi dei firmatari. Minacce di querele o di cause civili per danni, dopo che il progetto è stato dirottato a Piombino, in Toscana?

“E’ uno sconcertante e inedito atto di arroganza politica da parte del gruppo industriale Danieli. Presenterò una interrogazione ai ministri Matteo Piantedosi e Gilberto Pichetto Fratin per sapere come intendano isolare una ingerenza di questo tipo nelle decisioni dei territori. La scelta di non voler accogliere un’acciaieria a Porto Nogaro, nella Laguna di Marano, a ridosso delle spiagge di Lignano Sabbiadoro, Grado e Bibione, è frutto di una mobilitazione degli abitanti di quei luoghi e dei loro sindaci”, dichiara l’onorevole Zanella con una nota. La deputata rimarca: “Si è trattato di un’azione talmente sentita da avere la meglio e costringere la Regione, con una petizione popolare, ad un passo indietro rispetto ad una scelta che il Governo Meloni ha caldeggiato con un decreto omnibus che consente, in caso di grandi investimenti, l’abolizione delle autorizzazioni in nome del preminente interesse strategico nazionale”. La parlamentare ricorda come il progetto servisse a soddisfare “le esigenze belliche del gruppo ucraino e del paese in guerra con la Russia, in seguito alla perdita della acciaieria Azovstal di Mariupol”. Danieli ha presentato ricorso al Tar contro il diniego ricevuto dalla Regione di fornire i nomi dei firmatari. “Si tratta di un atto che ci preoccupa per l’invadenza delle pretese del profitto su quelle della democrazia. Per questo mi autodenuncio”, conclude Luana Zanella.

Intanto in Friuli le acque sono agitate, soprattutto nel centrodestra. La giunta Fedriga alla fine si è opposta al progetto, ma in un primo tempo l’aveva considerato un’opportunità. Rachele Di Luca, già consigliere e assessore comunale a San Giorgio di Nogaro, lista civica di centrodestra, ha scritto su Facebook, riferendosi a Fedriga: “Leggere sulla stampa parole come ‘ascolto del territorio’ ha un sapore amaro: è vero, la Regione ha infine deciso di non procedere; è vero, il presidente del consiglio regionale Bordin non ha consegnato le firme. Ho la presunzione di ritenere che mai sarebbe capitato se non ci fossero state proprio quelle 24.173 firme e le innumerevoli assemblee e i coraggiosi presidi e gli striscioni ai balconi e il contrattacco sui social e i gazebo nelle piazze e le fiaccolate…”. E attacca Fedriga: “Io sogno ancora una politica in cui, a fronte di una proposta privata di tale portata, un governatore democraticamente eletto avvia un processo trasparente e partecipato di informazione, conoscenza, valutazione e scelta. Non sacrifica la credibilità politica della sua squadra e non svuota né saccheggia le ragioni dell’opposizione, non schiaccia i Primi Cittadini come fossero pedine o pedoni, non pensa ai cittadini come sudditi o servi della gleba, buoni solo per raccogliere consenso e voti e pagare le tasse”.

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Nella foto in alto | Il presidente della Danieli Gianpietro Benedetti e Luana Zanella, presidente del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera

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