In un’intervista al Guardian, la 61enne premio Oscar ci ha tenuto particolarmente a ricordare che quando ha lavorato con persone della “generazione Z” (chi è nato tra il 1997 e il 2012 ovvero chi ha oggi tra i 26 e i 12 anni) è stato un delirio spossante
Lavorare con la generazione Z è fastidioso. Anche la “boomer” Jodie Foster si arrabbia con le nuove generazioni. In un’intervista al Guardian, la 61enne premio Oscar ci ha tenuto particolarmente a ricordare che quando ha lavorato con persone della “generazione Z” (chi è nato tra il 1997 e il 2012 ovvero chi ha oggi tra i 26 e i 12 anni) è stato un delirio spossante. Foster ha spiegato come sia stato difficile, se non incomprensibile, comprendere l’atteggiamento di questi nei confronti del lavoro da svolgere: “Sono davvero fastidiosi, soprattutto sul posto di lavoro (…) Dicono: ‘No, non me la sento oggi, verrò alle 10:30′. Oppure nelle e-mail gli dicevo: ci sono errori di grammatica, hai controllato l’ortografia? E loro rispondevano: ‘Perché dovrei farlo, non è questo un tipo di limitazione ?”.
Come scrive il Guardian stesso, “Jodie Foster si è probabilmente guadagnata il diritto di dire come la pensa. Quando nel 1976 è stata nominata all’Oscar per aver interpretato una vittima di abusi sessuali in Taxi Driver di Martin Scorsese aveva 14 anni e aveva realizzato più film di Scorsese”. Difficile, insomma, abbia fatto tardi sui set o abbia sentito come limitazioni i consigli di che aveva qualche anno più di lei. Quando l’intervistatore le ha chiesto un consiglio da dare ai giovanissimi del suo settore professionale l’indimenticabile agente Starling de Il silenzio degli innocenti ha spiegato: “Hanno bisogno di imparare a rilassarsi, a non pensarci troppo, a inventare qualcosa che sia loro”.