Da Roma arriva il no al riconoscimento dello stato di emergenza nazionale alla Sicilia per gli incendi dell’estate 2023. Nonostante i danni che le fiamme hanno causato la scorsa estate sull’isola, il dipartimento della Protezione civile nazionale, guidato da Fabrizio Curcio, nega il riconoscimento. Una notizia che scatena una polemica interna al centrodestra con il presidente della Regione siciliana Renato Schifani che attacca: “Non mi riconosco in questo Stato”. Da Roma risponde il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci (tra l’altro predecessore di Schifani alla guida della Regione Sicilia) che ha convocato per mercoledì i direttori dei dipartimenti della Protezione civile nazionale e regionale “nel tentativo di trovare una possibile soluzione”. Secondo Musumeci “i due direttori, Fabrizio Curcio e Salvo Cocina, già da agosto si confrontano sul tema, ma senza trovare una intesa per carenza di documentazione da parte della Regione” secondo quanto riferito al ministro dagli “uffici romani”. Musumeci comunque ricorda che per le “altre calamità” del 2023 “all’Isola sono state destinate da Roma risorse per circa 94 milioni di euro“.
All’esponente di Fratelli d’Italia replica il presidente della regione Renato Schifani (di Forza Italia): “Uno Stato che nega ai cittadini il risarcimento di un danno di pubblico dominio, subito per colpe o eventi altrui, e lo fa sulla base di cavilli procedurali non applicati prima, non è lo Stato in cui mi riconosco. Uno Stato che viene meno al principio della leale collaborazione dei suoi vari livelli, così come previsto dall’articolo 120 della Costituzione, non è lo Stato in cui mi riconosco”, afferma Schifani. “Assicuro i siciliani danneggiati dagli incendi estivi – prosegue – che se lo Stato centrale li vorrà abbandonare, non lo farà la Regione da me guidata, perché la tutela della collettività di un popolo e la sua tenuta sociale costituiscono un principio sacro e irrinunciabile”.
E sia in Sicilia che a Roma l’opposizione insorge. “L’ennesimo schiaffo alla Sicilia da parte di un governo nazionale che, con l’inerzia complice di Schifani, sta distruggendo al Sicilia”, attaccano il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca e il collega, coordinatore regionale M5S, Nuccio Di Paola: “La verità – aggiungono – è che le vere calamità per la nostra isola non sono solo gli incendi e le alluvioni, quanto gli esecutivi che ci governano a livello regionale e nazionale. Stanno distruggendo la Sicilia, se non vanno a casa per noi sarà la fine”. “Questo ennesimo colpo a tradimento nei confronti della Sicilia – dicono i due deputati – non fa che confermare quanto realmente conta la parola di Schifani a Roma: zero”. Sulla stessa linea anche il deputato regionale Ismaele La Vardera di Sud chiama nord: “Incredibile ma vero, Schifani chiede a Roma lo stato di emergenza dopo i 6 morti e gli infiniti danni a seguito degli incendi e Roma sbatte la porta in faccia. E la beffa è che la risposta arriva dalla Protezione Civile che fa riferimento proprio a Nello Musumeci, ex governatore siciliano”, commenta La Vardera. “Una bocciatura – aggiunge – che dimostra come lo stesso Governo si sia lavato le mani e abbia lasciato sola la Sicilia”. “Già ad ottobre avevamo denunciato la discriminazione operata dal Governo Meloni nei confronti della Sicilia”, dichiarano in una nota i parlamentari del Partito democratico Anthony Barbagallo e Antonio Nicita. “La verità – sottolineano – è che la Sicilia ed i siciliani non trovano spazio nell’agenda del governo. Da luglio solo comunicati e promesse di intervento ma nessun atto concreto. Anzi il governo Meloni – proseguono – bocciava a più riprese le nostre proposte per intervenire finanziariamente. Che differenza con la solerzia, giusta, per ristorare i danni nelle altre regioni”.