Da quando, nel 2006, l’organizzazione non governativa israeliana Yesh Din ha iniziato a monitorare la violenza dei coloni nella Cisgiordania occupata, quello appena terminato è stato di gran lunga l’anno peggiore dal punto di vista del numero e della gravità degli attacchi – oltre un migliaio -, della massiccia partecipazione di civili israeliani e delle conseguenze per i civili palestinesi. I dati di Yesh Din coincidono con quelli delle Nazioni Unite: 621 attacchi nel 2022, 1200 nel 2023.

Il periodo dopo il 7 ottobre è stato particolarmente violento, con 242 atti di violenza da parte dei coloni contro un centinaio di comunità palestinesi della Cisgiordania occupata, in cui sono stati uccisi nove palestinesi. Ma anche nei mesi precedenti c’erano stati gravissimi episodi, come a Huwara a febbraio e a Turmusaya a giugno, quando centinaia di coloni israeliani avevano messo a ferro e fuoco i villaggi palestinesi, incendiando decine di abitazioni, ferendo centinaia di persone e uccidendone almeno due.

Nelle ultime settimane, le forze di sicurezza israeliane hanno passato agli organi d’informazione una serie di dati minimizzanti, che lascerebbero intendere che il 2023 non è stato dopotutto un anno terribile. Ma questi dati si riferiscono non agli attacchi violenti dei coloni, bensì al numero delle denunce. A leggerli bene, dunque, quello che emerge non è il decremento della violenza dei coloni, ma l’aumento della sfiducia dei palestinesi nella giustizia delle autorità di occupazione.

Come già messo in evidenza in un precedente post, dal 2005 al 2022 sono stati aperti fascicoli su 1597 casi di violenza da parte di civili israeliani nei confronti di civili palestinesi nella Cisgiordania occupata (Gerusalemme Est esclusa); 1531 indagini sono state portate a termine, ma per essere chiuse; le altre hanno prodotto 46 condanne. In sintesi, solo il tre per cento delle indagini su violenze dei coloni israeliani dal 2005 è terminato con una condanna.

La conclusione di Yesh Din è che la violenza dei coloni non è una “campagna” di questi ultimi, come ha dichiarato il primo ministro israeliano Netanyahu. La violenza dei coloni è una politica del governo israeliano.

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