Quasi la metà dell’intera ricchezza delle famiglie italiane fa capo ad un fortunato 5% di loro. È quanto emerge da un’analisi condotta dalla Banca d’Italia che fotografa una sostanziale stabilità nella distribuzione della ricchezza del nostro paese. Per l’esattezza “Il cinque per cento delle famiglie italiane più ricche possiede circa il 46 per cento della ricchezza netta totale“, scrive via Nazionale. L’indagine spiega che “i principali indici di disuguaglianza sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 2017 e il 2022, dopo essere aumentati tra il 2010 e il 2016“. L’Indice di Gini che fotografa appunto la distribuzione della ricchezza e che va da zero (tutti hanno lo stesso) a uno (uno solo possiede tutto), sale da 0,67 a 0,71 tra il 2011 e il 2017 per poi scendere leggermente allo 0,7 del 2022. La ricchezza mediana (ossia il valore di mezzo tra minimo e massimo) si situa intorno ai 150mila euro, stabile. Mentre la ricchezza media sale a 170mila euro dai circa 150mila del 2018.
Dai dati emerge inoltre come per le famiglie meno abbienti la ricchezza sia costituita principalmente dalla casa che incide per poco meno del 75% (in crescita dal 70% del 2010), il resto sono per lo più depositi. Tra i “ricchi” la casa incide solo per il 35,7% (in calo dal 41,4% del 2010) mentre hanno un peso molto più consistente azioni e partecipazioni (circa il 20% del patrimonio), polizze assicurative e fondi comuni (un altro 18%). L’Italia rimane sotto la media Ue per quanto concerne la distribuzione della ricchezza, in linea con i valori della Francia e sotto alla Germania, paese in cui il grado di diseguaglianza in termini di ricchezza (non di redditi) è più marcato. Una piccola nota a margine che è sempre bene tenere presente quando si fanno questi calcoli è la possibilità, sostanzialmente riservata solo ai soggetti più abbienti, di occultare parte dei loro averi tramite sistemi eufemisticamente chiamati di “ottimizzazione fiscale”. A livello globale si tratta di fenomeni imponenti che escludono dalle statistiche cifre nell’ordine delle decine di migliaia di miliardi di euro e dollari. Numeri in grado, secondo gli esperti, di falsare in una certa misura, anche le statistiche sulle diseguaglianze.