È stato identificato il terzo membro del gruppo e così si chiude il cerchio sulla vicenda dei tre giovani che nella note tra il 3 e il 4 gennaio hanno teso un cavo d’acciaio in mezzo alla strada in viale Toscana a Milano.
Il ragazzo, un minore, avrebbe confessato l’accaduto ai genitori che si sono rivolti ai carabinieri; nei suoi confronti non sono stati presi provvedimenti: il ragazzo, dal 5 gennaio, risulta ricoverato in ospedale, nel reparto di psichiatria, in condizioni precarie. Rimane in arresto Alex Baiocco, il 24enne arrestato dai carabinieri arrivati sul luogo della vicenda, mentre Michele di Rosa, 18enne secondo complice, che si era presentato spontaneamente alla questura di Monza qualche giorno dopo, rimane in stato di fermo. Baiocco e Di Rosa devono rispondere dell’accusa di blocco stradale. Il gip Domenico Santoro ha fatto cadere gli altri reati contestati in un primo momento dai pm, cioè strage e attentato alla sicurezza dei trasporti. Secondo il giudice la condotta (che il gip definisce “assurda“) non integra il reato di strage che consiste “nel fatto di chi, al fine di uccidere, compie atti tali da porre in pericolo la pubblica incolumità”, ma in questo caso “non è dato evincere che quella condotta sia stata accompagnata dal fine di uccidere” nel senso richiesto dalla giurisprudenza. Lo stesso vale anche per l’attentato alla sicurezza dei trasporti.