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Elon Musk risponde all’articolo del Wsj sul suo presunto abuso di droghe: “Mai risultato positivo ai test negli ultimi tre anni”

Elon Musk risponde al Wall Street Journal e afferma di non essere mai risultato positivo ai test casuali per le droghe negli ultimi tre anni. Il Ceo di Tesla risponde così alle indiscrezioni circolate sul quotidiano americano secondo le quali alcuni consiglieri dell’azienda, incluso l’attuale presidente del consiglio di amministrazione, Robyn Denholm, si sarebbero preoccupati per il presunto abuso di stupefacenti da parte del tycoon, dall’Lsd alla cocaina, dall’ecstasy ai funghetti allucinogeni, fino alla ketamina.

Musk ha però ribattuto dichiarando di non essere risultato positivo a nessun test casuale negli ultimi tre anni e in sua difesa fa riferimento ai suoi successi con Tesla e SpaceX, lasciando intendere che se l’uso di sostanze stupefacenti aumentasse la sua produttività allora “dovrei assumerne”. L’uso di droghe illegali non creerebbe solo un danno d’immagine al magnate statunitense, potrebbe anche rappresentare una violazione delle politiche federali e mettere a rischio miliardi di dollari di contratti che SpaceX ha con il governo americano, oltre a infrangere le politiche aziendali.

Nel suo articolo, il Wsj aveva sottolineato come Musk sia “noto per partecipare a feste ed eventi al Burning Man, il festival artistico e musicale del Nevada dove si fa largo uso di droghe, per sfogarsi, secondo quanto riferito da persone a lui vicine”. Un ‘vizio’ che avrebbe preoccupato anche i vertici societari di Tesla, nonostante la questione non sia mai stata formalmente trattata durante le riunioni del consiglio. Secondo il quotidiano, questo sarebbe successo solo per evitare che fosse registrata nei verbali.

I consiglieri di Tesla, incluso l’attuale presidente del consiglio di amministrazione, Robyn Denholm, avrebbero discusso della questione con Kimbal Musk, il fratello minore di Elon, cercando spiegazioni sul comportamento del magnate, evitando accuratamente di utilizzare la parola “droga”, si legge ancora.