di Ilaria Muggianu Scano

I detrattori non esitano ad assimilarlo al cavallo di Caligola, ma con il nome di Paolo Truzzu il centrodestra sardo sembra aver trovato una qualche convergenza dopo una trattativa durata ben dieci ore filate. Il candidato alle prossime Regionali sarde del 25 febbraio sarà dunque il sindaco di Cagliari. Discontinuità dunque rispetto alla leadership Lega e Partito Sardo d’Azione del governatore uscente Christian Solinas in uno scenario di coalizione che lo ha escluso, non senza resistenza da parte sua, per 9 voti contro 4.

Di una certa importanza gli strappi interni ai partiti della coalizione, rilevati durante la giornata campale all’hotel Tirso, vista Molo Ichnusa: gli ex sardisti contro il Grande Centro e anche la candidatura, unica femminile per il centrodestra, dell’ex assessore al Lavoro Alessandra Zedda, che non sembra essere stata bene accetta alla coalizione. Il clima resta dunque incandescente. Non sembrerebbe da escludere una candidatura solitaria di Christian Solinas e questo determinerebbe un grande vuoto nella coalizione di Truzzu, quello di una quota rilevante di partiti di matrice sarda, autonomista o indipendentista, tendenza sulla quale si sono orientati finora i competitor, da Soru, ideatore e coagulatore delle maggiori sigle indipendentiste di primogenitura e Alessandra Todde che ha voluto in coalizione un piccolo movimento culturale – che non produsse alcun risultato neppure al traino dell’autorevole cattedratico Paolo Maninchedda – il cui ruolo non è certo numerico e di significativo apporto di voti alla coalizione, quanto di poetico richiamo ideologico, un indipendent washing indispensabile ai partiti di destra, sinistra, capo di sopra e campidani, nonostante i partiti indipendentisti siano divisi in mille rivoli e si contendano a suon di minacce legali il simbolo dell’albero deradicato arborense e abbiano piena coscienza che il “Parlamento sardo” sia pura chimera che non infiamma neppure il cuore degli adolescenti sardi più patriottici, dal momento che la storia della Sardegna non rientra nelle linee guida dei programmi ministeriali della scuola sarda, ma è affidato alla buona volontà di qualche illuminato e volenteroso insegnante stakanovista.

La voragine ideologico-idealista di Truzzu troverebbe, dunque, questo primo scoglio da valicare. Se Atene piange Sparta non ride, insomma. Se il destrorso cavallo di Caligola, chiunque fosse stato designato per alzata di mano, poteva correre senza briglie, terzo gaudente della scissione de Pd progressista di Soru e Campo largo di Alessandra Todde, rischia di dover spartire la propria biada con un Solinas resistente e per la residuale componente del «squadra che vince non si cambia». Vero è che gli scenari dal 2019 sono cambiati e di parecchio, dai 15 seggi di Solinas tra PSd’Az e Lega e i 3 di Fratelli d’Italia. Ad oggi FdI è dato dai sondaggi come primo partito nell’Isola. Tuttavia ancora tutto da decidere finché il tavolo regionale non dichiarerà un’intesa unitaria e una candidatura ufficiale.

Uno dei pochi ad esprimersi con nitore circa i sentimenti della classe uscente è Antonio Moro, PSd’Az, Assessore regionale dei Trasporti: «La realtà è decisamente più complessa e certamente di segno inverso alle grossolane semplificazioni ripetute ossessivamente da qualcuno nelle ultime ventiquattro ore, come se la litania delle bugie le trasformasse in verità» assicura in riferimento all’annuncio della candidatura siglata da Fratelli d’Italia «Al di là delle legittime aspirazioni di ciascuno, dei tavoli irritualmente costituiti, convocati e gestiti e delle sommarie conclusioni tracciate da qualcuno, la situazione attuale vede soltanto il Governatore uscente sostenuto unitariamente nei 5 anni di governo da tutto il centrodestra e dall’altra una proposta di Fratelli d’Italia per la candidatura alternativa del Sindaco di Cagliari Truzzu». La tela di Penelope in spinoso orbace sardo sembra abbia ancora da assestare il proprio ordito, di giorno c’è chi tesse, ma la notte… no.

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