L’influenza, che ha messo oltre un milione di italiani a letto e che sta mettendo sotto pressione il sistema sanitario, proseguirà maggiormente la sua circolazione con la riapertura delle scuole come ritengono i medici e gli scienziati. “Stiamo viaggiando molto alti come circolazione dei virus influenzali, mi auguro – dice Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale policlinico San Martino di Genova all’Adkronos – che la scuola non faccia da volano alla diffusione di virus influenzali, parainfluenzali e di altri microrganismi. Si deve dare una raccomandazione forte alle mamme e ai papà: se i figli non stanno bene di tenerli a casa o di mandarli a scuola con la mascherina. Perché il rischio è che questa settimana si possano disseminare ulteriormente i virus respiratori con bambini che si infettano o si reinfettano a scuola e portano a casa il problema. Abbiamo davanti questa incognita importante, speriamo bene”.

L’influenza continua a farsi sentire e “con il ritorno a scuola dei bambini e dei ragazzi, la ripresa a pieno ritmo del lavoro e gli autobus di nuovo pieni, possiamo aspettarci una piccola impennata di casi” anche Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia della Facoltà di medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. Del resto “ancora non è stato raggiunto il picco dell’epidemia stagionale“, precisa l’esperto. La ripresa delle attività scolastiche “favorirà la diffusione non solo dell’influenza ma anche dei tanti virus respiratori che stanno circolando, come l’adenovirus, i sinciziali respiratori, ma anche patogeni gastrointestinali”.

Per quanto riguarda il picco, invece, “non è stato raggiunto: per averne la certezza serve avere dati che certifichino la discesa dei casi. E questo non sta avvenendo. I dati dell’Istituto superiore di Sanità sono chiari, è tutto ancora in aumento. Aspettiamo di vedere cosa succederà con l’apertura delle scuole e quando comincerà la discesa”, conclude Ciccozzi che però invita ancora a vaccinarsi: “pensare che si è vicini al picco quindi il vaccino non serve è assolutamente sbagliato. Anche quando comincia la ‘discesa’ dei casi, infatti, siamo sempre di fronte a contagi e ci si può ammalare con tutte le conseguenze”.

Per epidemia influenzale “il peggio sembra essere passato”, anche se “il rientro a scuola e al lavoro potrebbe ritardare il calo dei casi”, afferma invece Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento. “Siamo ormai nel pieno del picco stagionale. Durante le vacanze i contatti sociali sono stati comunque molto intensi. La ripresa delle attività potrà prolungare la durata di questa fase, ma è difficile che si verifichi una impennata ancora maggiore“, conclude sottolineando che “resta ancora valido il richiamo alla vaccinazione sia per influenza che per Covid-19. Quest’ultimo in particolare ha un andamento diverso e assai difficilmente prevedibile”

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