Ci riprova, lo stragista di Utoya ha citato nuovamente la Norvegia per la violazione dei diritti umani. Per Anders Behring Breivik, che il 22 Luglio 2011 uccise 77 persone e ferendone centinaia in un duplice attentato terroristico ad Oslo e sull’isoletta di Utoya, è in isolamento in carcere dal 2011 e lunedì 8 gennaio inizierà un nuovo processo in cui il terrorista, che nel 2022 aveva chiesto la condizionale, cercherà di chiedere allo Stato norvegese danni per una violazione dei suoi diritti umani.
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Da oltre 12 anni vive nel carcere di massima sicurezza di Ringerike dove ha una stanza, una cucina, una sala palestra, una sala Tv, una consolle con Xbox, tre canarini ma non ha contatti umani e questo, secondo lui e il suo avvocato difensore, ystein Storrvik, costituirebbe una violazione dei suoi diritti umani. “Il lungo periodo di isolamento e di assenza di interazioni significative si è ora concretizzato nei danni causati dalla sua detenzione, compreso il fatto che ora ha tendenze suicide. L’isolamento è diventato più pesante con il passare del tempo. Attualmente Breivik ha contatti solo con altri due detenuti, con i quali ha un contatto di un’ora ogni due settimane” ha dichiarato Storrvik all’emittente pubblica norvegese Nrk.
Secondo l’avvocato Breivik sarebbe a rischio suicidio e sotto l’effetto di antidepressivi. Con la testa rasata e in giacca e cravatta scura, Breivik, a differenza delle sue precedenti apparizioni pubbliche, si è astenuto da qualsiasi provocazione quando è arrivato nella palestra del carcere di Ringerike, dove oggi è iniziato il processo che durerà cinque giorni. Nel 2012 è stato condannato alla pena massima di 21 anni di carcere, con possibilità di estensione.