“La teoria del gender è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali”. Sono le parole di Papa Francesco nel corso dell’udienza con i membri del corpo diplomatico per il tradizionale scambio di auguri di inizio anno. Dichiarazioni che arrivano a tre settimane dal via libera del Pontefice alle benedizione delle coppie omosessuali (ma al di fuori della liturgia). Una notizia che aveva scatenato una forte polemica interna alla Chiesa cattolica.
Il Papa parla di pace e diritti umani citando la “semplice ma chiara formulazione contenuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani“: “Si tratta di principi razionalmente evidenti e comunemente accettati – ha proseguito -. Purtroppo, i tentativi compiuti negli ultimi decenni di introdurre nuovi diritti, non pienamente consistenti rispetto a quelli originalmente definiti e non sempre accettabili, hanno dato adito a colonizzazioni ideologiche, tra le quali ha un ruolo centrale la teoria del gender, che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali”. Secondo il Pontefice, “tali colonizzazioni ideologiche provocano ferite e divisioni tra gli Stati, anziché favorire l’edificazione della pace”.
Non solo “teoria gender” nel suo discorso Papa Francesco affronta l’argomento della “maternità surrogata“: una “pratica deprecabile“, la definisce, “che lede gravemente la dignità della donna e del figlio” perché “fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre”. “Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto” ha aggiunto il Pontefice affermando anche di auspicare “un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica”. “La via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio“, ha aggiunto il Papa.
Nell’Aula della Benedizione, Papa Francesco si trova di fronte i membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede pertanto un altro dei temi affrontati è stato quello delle guerre in corso nel mondo. “Il mondo è attraversato da un crescente numero di conflitti che lentamente trasformano quella che ho più volte definito ‘terza guerra mondiale a pezzi‘ in un vero e proprio conflitto globale“, ha detto Francesco. In merito alla questione mediorientale il Pontefice ha ribadito il suo appello “a tutte le parti coinvolte per un cessate il fuoco su tutti i fronti, incluso il Libano, e per l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi a Gaza”. Il Papa ha chiesto anche “che la popolazione palestinese riceva gli aiuti umanitari e che gli ospedali, le scuole e i luoghi di culto abbiano tutta la protezione necessaria”. “Auspico che la Comunità internazionale percorra con determinazione la soluzione di due Stati, uno israeliano e uno palestinese, come pure di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la Città di Gerusalemme, affinché israeliani e palestinesi possano finalmente vivere in pace e sicurezza”, ha aggiunto il Pontefice.
Una parte del suo discorso è stata dedicata alla vicenda ucraina: “Purtroppo, dopo quasi due anni di guerra su larga scala della Federazione Russa contro l’Ucraina, la tanto desiderata pace non è ancora riuscita a trovare posto nelle menti e nei cuori, nonostante le numerosissime vittime e l’enorme distruzione”. Per questo, secondo il Papa, “non si può lasciare protrarre un conflitto che va incancrenendosi sempre di più, a detrimento di milioni di persone, ma occorre che si ponga fine alla tragedia in atto attraverso il negoziato, nel rispetto del diritto internazionale”, ha detto. “Le guerre moderne – ha aggiunto il Pontefice – non si svolgono più solo su campi di battaglia delimitati, né riguardano solamente i soldati. In un contesto in cui sembra non essere osservato più il discernimento tra obiettivi militari e civili, non c’è conflitto che non finisca in qualche modo per colpire indiscriminatamente la popolazione civile“, ha denunciato papa Francesco. “Gli avvenimenti in Ucraina e a Gaza ne sono la prova evidente – ha proseguito -. Non dobbiamo dimenticare che le violazioni gravi del diritto internazionale umanitario sono crimini di guerra, e che non è sufficiente rilevarli, ma è necessario prevenirli“.