“Mai mi sono permesso e mai mi permetterò di segnalare tizio o caio: lavorano quelli bravi”. A dirlo è il ministro dei Trasporti Matteo Salvini in una risposta che, senza citarla, fa evidente riferimento all’inchiesta sugli appalti Anas che ha coinvolto il cognato, Tommaso Verdini, fratello della compagna Francesca e figlio dell’ex braccio destro di Silvio Berlusconi, Denis. “Ho sempre fatto in modo, prima da ministro dell’Interno, oggi da ministro delle Infrastrutture che i progetti andassero avanti nel rispetto dell’autonomia dei prefetti, dei questori e delle aziende” aggiunge Salvini parlando dall’inaugurazione ai lavori di ammodernamento dell’Autodromo di Monza. E’ la prima volta che Salvini prende la parola sulla vicenda giudiziaria dopo che si è rifiutato di riferire in Parlamento, peraltro con la copertura politica esplicita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Mi spiace per quelli che pensano di farmi lavorare con meno voglia, grinta, entusiasmo e meno volontà, io tiro dritto – dice ancora il leader della Lega – Ho dato indicazioni al mio ministero di far lavorare quelli bravi nel rispetto dei costi dei tempi e della qualità del lavoro che non sempre coincide col massimo ribasso. Non sempre il massimo ribasso coincide con l’interesse pubblico perché se vai al massimo ribasso evidentemente i conti non tornano”. Sul tema oggi è stato il leader del M5s Giuseppe Conte a tornare ad attaccare il governo. “Credo che la presidente del Consiglio sbagli a negare la realtà dei fatti: noi stiamo assistendo al ritorno di un pericoloso intreccio tra politica e affari. Non parliamo delle seconde, terze, quarte file della politica ma addirittura anche sottosegretari che si rendono responsabili di comportamenti di cui la presidente del Consiglio non può tacere”. Il riferimento è a quella che Conte definisce questione morale e coinvolge anche Vittorio Sgarbi e la vicenda del quadro rubata emersa da un’inchiesta del Fatto e di Report.
Prima di oggi Salvini si era limitato a uscite sui social in cui aveva ventilato anche azioni legali. “Ho l’onore e l’onere di prendermi responsabilità delicate, sempre in totale autonomia nell’esclusivo interesse dell’Italia – aveva dichiarato alcuni giorni fa -, per promuovere lo sblocco, l’accelerazione e la progettazione di opere pubbliche ferme da anni, che cambieranno in meglio la vita degli italiani”. E ancora: “Essere coinvolto a sproposito da qualche ‘giornalista’ in vicende di cui non so nulla, non è più tollerabile . Da oggi cominciano a partire querele, da parte mia e della mia compagna Francesca Verdini come me coinvolta senza motivo in diversi articoli, con l’impegno a devolvere in beneficenza tutto quello che i calunniatori dovranno risarcire”.
Le accuse nei confronti della società dei principali accusati (Verdini e il socio Fabio Pileri) sono quelle di aver creato un sistema illecito per aggiudicarsi importanti gare d’appalto dell’Anas, società pubblica che fa riferimento a Ferrovie dello Stato e ministero dei Trasporti. Secondo i magistrati della Procura di Roma, sono molti i favori che sarebbero stati garantiti ad esponenti politici per ottenere gli appalti. E, proprio in un’intercettazione del 14 novembre del 2022, è comparso il nome di Salvini. A parlare è Pileri: “Il ministero… Matteo… c’ha dato carta bianca e noi siamo state persone perbene. L’abbiamo incontrato – sostiene -, gli abbiamo detto ‘Matteo, per non mettere il casino. Mò, per adesso, i nostri clienti che si occupano di infrastrutture li lasciamo’. E lui ci ha solo ringraziato”. Parole che dovranno essere vagliate con cura da parte della magistratura. L’indagine avrebbe fatto emergere già numerose gare d’appalto pilotate per centinaia di milioni di euro. La rete di Inver si sarebbe aggiudicata lotti in dieci regioni italiane, grazie al coinvolgimento di altre società collegate, per il risanamento di strade e gallerie.