Aniello Donnarumma era nella terna degli aspiranti segretari provinciali Fdi di Napoli. Il sindaco di Palma Campania, arrestato stamane con accuse di corruzione intorno ad appalti truccati, avrebbe dovuto sfidare il deputato Michele Schiano di Visconti e l’acerrano Raffaele Barbato, in un congresso che dovrebbe celebrarsi il 4 febbraio, ma che sta navigando tra ritardi e incertezze già prima della notizia dei domiciliari a Donnarumma, con Roma preoccupata della guerra tra bande in atto tra i 7500 iscritti di Napoli e dintorni. Il primo cittadino avrebbe potuto raggrumare l’ala che si oppone a Schiano, guidata dal senatore Sergio Rastrelli, nel caso di naufragio delle trattative tuttora in corso per una candidatura unitaria.

Donnarumma non è uno qualsiasi nel partito. Per presentare il suo ingresso in FdI si scomodarono i big: l’allora capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, l’allora commissario del partito a Napoli Andrea Delmastro. Del resto il sindaco aveva tutte le caratteristiche per farsi strada nella politica regionale e nazionale come front man del partito di Giorgia Meloni: giovane (35 anni), bello, esperto (primo cittadino dal 2018, consigliere comunale dal 2013), rampante, intraprendente. E sovranista quanto basta, come dimostrato da alcune iniziative messe in campo nella sua città.

Era l’agosto del 2020 e Donnarumma era il nome di punta di una infornata di amministratori e politici annunciati in pompa magna nella sede della Federazione Fdi di Napoli. Il reclutamento delle truppe per una imminente battaglia elettorale: le regionali. Delmastro arrivò a dire che i tesseramenti di Donnarumma e company erano il segnale di “un centrodestra in crescendo con Fratelli d’Italia centrale come motore, gamba e cuore, che si attrezza in vista delle regionali che è una partita ancora tutta da giocare”. Certo, come no. Infatti a fine settembre il dem Vincenzo De Luca rivinse e stravinse, con il 70%.

Donnarumma fu segnalato come portatore di voti al ticket Marta Schifone-Cosimo Amente. I due ottennero a Palma Campania circa 360 voti. Un mezzo flop, secondo le cronache locali da “Bangla Campania”, chiamata così una volta per l’altissimo numero di cittadini provenienti dal Bangladesh ed impiegati nell’industria del tessile e dell’abbigliamento. Il loro numero si è progressivamente svuotato in seguito ad alcuni provvedimenti del sindaco, che in tre anni ha imposto l’esame di lingua italiana per tutti gli esercenti, ha incrementato i controlli negli appartamenti alle prime ore del mattino per denunciare i casi di sovraffollamento e ha emanato un regolamento molto severo per il rilascio delle ‘idoneità alloggiative’, un requisito indispensabile per il permesso di soggiorno. In poco tempo i bengalesi sono scesi da 3000 a 2000, trasmigrando nei comuni limitrofi, talvolta prendendo il posto delle comunità cinesi. Una medaglia per Donnarumma, premiato con il ruolo di vice commissario provinciale di Fdi. Fino ai domiciliari di stamane.

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