Dilaga il caos in Ecuador, paese in cui da ieri è in vigore lo stato di emergenza dopo la fuga dal carcere di Adolfo Macias, leader della banda criminale Los Choneros che ha stretti legami con il cartello di narcotrafficanti di Sinaloa, e il diffondersi di rivolte. Persone incappucciate e armate hanno fatto irruzione nel corso di una diretta della stazione televisiva TC costringendo il personale a sdraiarsi sul pavimento, mentre in sottofondo si sentivano spari e urla. Almeno sette agenti di polizia sono stati rapiti e uomini armati hanno assaltato anche l’università di Guayaquil.
Dallo scorso novembre il paese è guidato da Daniel Noboa, figlio di uno degli uomini più ricchi del paese. Tra le promesse del nuovo presidente proprio quella di arginare l’ondata di violenza legata al traffico di droga, in crescita da anni nelle città e nelle carcere del paese. Lo stato di emergenza, che durerà almeno 60 giorni, prevede un diffuso impiego di pattuglie militari e coprifuochi notturni. Il presidente ha dichiarato che è in corso un “conflitto armato interno” nel paese, che implica lo spiegamento e l’intervento immediato delle forze di sicurezza contro il crimine organizzato. L’ordine esecutivo identifica come “terroristiche” e “attori non statali” alcune delle più potenti organizzazioni criminali attive sul territorio.