Vietare e non osservare è controproducente e meno proficuo“: è la linea espressa dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in relazione ai saluti romani esibiti di alcune centinaia di fascisti in via Acca Larentia domenica scorsa. Piantedosi mercoledì risponderà al question time per un’interrogazione della segretaria del Pd Elly Schlein. Oggi intanto, davanti alla commissione sul razzismo presieduta dalla senatrice Liliana Segre, ha ricordato che il quadro giuridico è disegnato dalla normativa che segue “la legge Mancino, la legge Scelba e sentenze della Consulta” e ha evidenziato “la necessità che il Parlamento mediti per ripristinare una cornice giuridica più certa“. Piantedosi ha ricordato che la commemorazione di Acca Larentia si tiene “più o meno con quelle modalità, da diversi anni, addirittura con maggiore partecipazione numerica nel passato”. Il ministro dice di non volersi defilare dalle responsabilità: “Chi dice che la questura non stia facendo identificazioni e non consegni una relazione all’autorità giudiziaria? La questura relazionerà alla magistratura e in uno Stato democratico la magistratura fa le sue valutazioni sul tipo di responsabilità che possono emergere da quanto accaduto. Dall’altro lato il ministro ha ribadito che “chi gestisce l’ordine pubblico ha il compito prioritariamente di fare in modo che la manifestazione si svolga senza incidenti”. E che vietare le manifestazioni “si è rivelato operativamente meno proficuo”. Per Piantedosi l’episodio di domenica “suscita indignazione, è contrario alla nostra cultura acquisita”.

Il ministro ha risposto anche su questioni non lontane da quella delle braccia destre tese degli estremisti della destra romana e che riguardano Grosseto, dove – come noto – è stata intitolata una strada a Giorgio Almirante, fondatore del Msi che fu capo di gabinetto del Minculpop nella Repubblica di Salò e segretario del comitato di redazione della Difesa della razza, il giornale che pubblicò il Manifesto della razza nel 1938. A Grosseto la prefetta è Paola Berardino, moglie del ministro che aveva ricevuto un appello con relativa raccolta firme perché non desse il nulla osta all’iniziativa in memoria di Almirante del sindaco di centrodestra Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Gli appelli sono poi caduti nel vuoto e la prefetta ha dato il via libera all’intitolazione. Almirante, ha ricordato Piantedosi in difesa della moglie, è “un personaggio politico che è stato in Parlamento per più di 40 anni ed ha comunque contribuito alla vita della Repubblica. Era difficile che quel tipo di atto (il nullaosta all’intitolazione, ndr) che competeva al prefetto, mia moglie, dovesse essere negato per motivi di ordine pubblico”.

Mentre sui saluti romani di Acca Larentia perdura il silenzio perfetto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni il video di Roma fa il giro del mondo. E si abbatte sull’inizio timido di campagna elettorale per le Europee. E’ un’immagine “scioccante”, dice il capogruppo dei liberali di Renew Europe, Stephane Sejourné. “In Europa non c’è posto per il saluto fascista, lo condanniamo con massima fermezza”, aggiunge il leader del Ppe Manfred Weber. È “inaccettabile, allarmante” e “ancor più grave che possa accadere senza conseguenze e senza una reazione chiara e netta da parte della presidente del Consiglio” denuncia il gruppo dei Socialisti e democratici. Un fronte comune che condivide i timori di un exploit delle destre alle elezioni di giugno e guarda con attenzione all’Italia.

Nell’esecutivo si alzano le voci di molti esponenti del centrodestra. Per il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo (Forza Italia) “quel tipo di manifestazione fa un po’ ribrezzo”, Salvini ripete una cosa che dice da anni e cioè che “chi si dichiara fascista o comunista nel 2024 mi fa tenerezza”. Da Fratelli d’Italia parlano in parecchi, tutti per dire che Fratelli d’Italia coi saluti romani non c’entra niente. Distanza “siderale” dice il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. “Acca Larentia è come la commemorazione della morte di Verbano, se ci sono i centri sociali che inneggiano ai terroristi non è che lo fa il Pd” dice il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Fra i più critici dentro FdI Giovanni Crosetto, capogruppo al Comune di Torino e nipote del ministro della Difesa: le immagini delle braccia tese “non sono degne di uno Stato democratico, civile e liberale”.

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Acca Larentia, le opposizioni chiedono una informativa a Piantedosi: “Immagini inquietanti, perché le forze di polizia non sono intervenute?”

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