Riciclaggio di beni culturali. È questo il reato per cui il sottosegretario Vittorio Sgarbi è indagato a Macerata dopo l’inchiesta del Fatto e di Report sul quadro di Rutilio Manetti rubato nel 2013 e riapparso a Lucca nel 2021 come inedito di proprietà del critico-politico. A confermare l’iscrizione nel registro degli indagati è stato direttamente il Procuratore di Macerata Giovanni Fabrizio Narbone, dopo che in mattinata il sottosegretario aveva provato a difendersi a modo suo, attaccando il Fatto Quotidiano che ha dato la notizia dell’indagine a suo carico. Nel frattempo si è mossa anche la politica, con il Movimento 5 stelle, il Pd e Verdi-Sinistra che hanno chiesto la revoca del sottosegretariato. “Se confermate le notizie che stanno uscendo, la vicenda confermerebbe la ‘gravità’ della posizione del sottosegretario che ‘lede l’onore delle istituzioni’ e non può mantenere il suo incarico”, hanno spiegato i pentastellati. Chi non si espone e prende tempo è il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “Non faccio il magistrato. Se la magistratura arriverà a una conclusione ne prenderemo atto, ma i processi si fanno nei tribunali”, ha detto a ‘Zapping’ su Radio1. “Ricordo che, quando si è evidenziato un problema dei comportamenti di Sgarbi, sono stato io a mandare gli atti all’autorithy competente e loro si sono presi fino a febbraio per decidere. In funzione di quello che decideranno ci muoveremo”.
L’indagine a Macerata – È stato trasmesso qualche giorno fa alla Procura di Macerata il fascicolo nel quale il sottosegretario ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi è indagato per il reato di riciclaggio di beni culturali di cui all’articolo 518-sexies del codice penale in merito al caso del dipinto attribuito a Rutilio Manetti, trafugato dal Castello di Buriasco nel 2013. Non solo. Sgarbi è rischia il rinvio a giudizio nell’indagine partita a Siracusa nel 2020 e trasferita dalla Procura di Imperia in merito alla vicenda riguardante l’esportazione, ritenuta illecita, di un quadro all’estero attribuito al Valentin De Boulogne, anche questo poi riprodotto come “clone” nel laboratorio di Correggio dove ieri sono stati i carabinieri per ascoltare i due titolari come persone informate sui fatti.
L’inchiesta, coperta dal segreto istruttorio, è confermata dal procuratore Alberto Lari. Lo stesso magistrato ha fatto sapere che riguardo al caso del dipinto attribuito a Rutilio Manetti non è stata aperta alcuna inchiesta a Imperia e gli atti ricevuti dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale nel dicembre scorso sono stati subito trasmessi alla Procura di Macerata per competenza, perché Sgarbi dichiara il domicilio a San Severino Marche, di cui fu sindaco nel 1992, luogo da lui stesso designato per gli interrogatori. Esattamente come ha raccontato il Fatto Quotidiano.
Sgarbi attacca (a modo suo) – Vittorio Sgarbi, però, ha reagito a modo suo dopo la rivelazione del Fatto Quotidiano riguardo all’indagine che lo riguarda aperta a Macerata. “Ancora una volta Il Fatto mente, utilizzando informazioni riservate e del tutto ignote a me e al mio avvocato. Io non ho ricevuto nessun avviso d’indagine. Né saprei come essere indagato di un furto che non ho commesso”, sostiene il sottosegretario alla Cultura. “Da questa notizia risulta una palese violazione del segreto istruttorio, l’unico reato di cui ci sia evidenza”, dice ancora il critico d’arte e politico. “Quello che sappiamo è quanto letto sulla stampa e già questo è singolare”, afferma invece il suo avvocato Giampaolo Cicconi che assiste Sgarbi in altri procedimenti. “Ad oggi – conclude l’avvocato – non siamo in grado di commentare alcunché e se mai dovesse arrivare la notifica dalla procura, spetterà al sottosegretario Sgarbi decidere a chi affidare l’eventuale assistenza”.
Sgarbi, quindi, sostiene che l’opera in suo possesso “è in buone condizioni e con una stesura pittorica ben conservata e uniforme”. Qualunque valutazione, continua, “va fatta sull’opera di cui quella rubata è manifestamente una copia, come tutte quelle conservate in quel castello di cui nessuno si è preoccupato. Né credo sia un reato fare eseguire la fotografia di un’opera di cui tutti gli esperti hanno visto l’originale esposto a Lucca”. L’inchiesta era stata aperta a Imperia e poi girata a Macerata per competenza territoriale, visto che Sgarbi è domiciliato in un piccolo paese della Provincia dove fu sindaco negli Anni Novanta: “È una notizia che potrebbe avere un senso, se , come la legge prevede, io ne fossi a conoscenza. Ma così non è – conclude il sottosegretario – Dovrebbe infatti essere un magistrato, non un giornalista, a stabilire su cosa indagare e sulle complicità di restauratori e fotografi, accusatori improvvisati, ma che potrebbero rivelarsi complici di più gravi reati e omissioni”.
Quanto alla versione del critico, anche ieri ospite senza contraddittorio della trasmissione di Nicola Porro e l’indomani all’Aria che tira con David Parenzo, è sempre la stessa salvo il cambio in corsa di significativi “dettagli”. Già in precedenza, aveva sostenuto il che il dipinto non era stato consegnato al suo restauratore di fiducia, Gianfranco Mingardi, pochi mesi dopo il furto. Poi lo ha invece ammesso, ma dicendo che aveva fatto “un pessimo restauro” (mai contestato).
Sulla provenienza del dipinto, sostiene ancora di averlo trovato nel sottotetto della sua Villa Maidalchina acquistata nel 2000 dalla madre, poi in un’intercapendine e infine in un sottoscala. Non torna neppure la versione dichiarata nella scheda della mostra a firma di Sgarbi e del professor Ciampolini: per accreditare la presenza del dipinto nella villa cita un inventario del 1649 custodito all’archivio di Stato di Viterbo. Che effettivamente cita un “San Pietro”, ma “con l’ancilla”, vale a dire una figura femminile che non c’è nel dipinto della controversia, ma soprattutto è riferibile a una scena biblica antecedente, cioé il “giudizio di San Pietro” e non la cattura. Sgarbi ha però sostenuto che l’ancilla ben potrebbe essere il giudice che si erge dal pulpito, salvo attribuire a quella scena la prima traccia nella storia di un tribunale che rispetta il gender.
Giustizia & Impunità
Sgarbi indagato prova a difendersi: “Nessun avviso, violato segreto istruttorio”. Procuratore conferma: inchiesta per riciclaggio
Riciclaggio di beni culturali. È questo il reato per cui il sottosegretario Vittorio Sgarbi è indagato a Macerata dopo l’inchiesta del Fatto e di Report sul quadro di Rutilio Manetti rubato nel 2013 e riapparso a Lucca nel 2021 come inedito di proprietà del critico-politico. A confermare l’iscrizione nel registro degli indagati è stato direttamente il Procuratore di Macerata Giovanni Fabrizio Narbone, dopo che in mattinata il sottosegretario aveva provato a difendersi a modo suo, attaccando il Fatto Quotidiano che ha dato la notizia dell’indagine a suo carico. Nel frattempo si è mossa anche la politica, con il Movimento 5 stelle, il Pd e Verdi-Sinistra che hanno chiesto la revoca del sottosegretariato. “Se confermate le notizie che stanno uscendo, la vicenda confermerebbe la ‘gravità’ della posizione del sottosegretario che ‘lede l’onore delle istituzioni’ e non può mantenere il suo incarico”, hanno spiegato i pentastellati. Chi non si espone e prende tempo è il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “Non faccio il magistrato. Se la magistratura arriverà a una conclusione ne prenderemo atto, ma i processi si fanno nei tribunali”, ha detto a ‘Zapping’ su Radio1. “Ricordo che, quando si è evidenziato un problema dei comportamenti di Sgarbi, sono stato io a mandare gli atti all’autorithy competente e loro si sono presi fino a febbraio per decidere. In funzione di quello che decideranno ci muoveremo”.
L’indagine a Macerata – È stato trasmesso qualche giorno fa alla Procura di Macerata il fascicolo nel quale il sottosegretario ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi è indagato per il reato di riciclaggio di beni culturali di cui all’articolo 518-sexies del codice penale in merito al caso del dipinto attribuito a Rutilio Manetti, trafugato dal Castello di Buriasco nel 2013. Non solo. Sgarbi è rischia il rinvio a giudizio nell’indagine partita a Siracusa nel 2020 e trasferita dalla Procura di Imperia in merito alla vicenda riguardante l’esportazione, ritenuta illecita, di un quadro all’estero attribuito al Valentin De Boulogne, anche questo poi riprodotto come “clone” nel laboratorio di Correggio dove ieri sono stati i carabinieri per ascoltare i due titolari come persone informate sui fatti.
L’inchiesta, coperta dal segreto istruttorio, è confermata dal procuratore Alberto Lari. Lo stesso magistrato ha fatto sapere che riguardo al caso del dipinto attribuito a Rutilio Manetti non è stata aperta alcuna inchiesta a Imperia e gli atti ricevuti dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale nel dicembre scorso sono stati subito trasmessi alla Procura di Macerata per competenza, perché Sgarbi dichiara il domicilio a San Severino Marche, di cui fu sindaco nel 1992, luogo da lui stesso designato per gli interrogatori. Esattamente come ha raccontato il Fatto Quotidiano.
Sgarbi attacca (a modo suo) – Vittorio Sgarbi, però, ha reagito a modo suo dopo la rivelazione del Fatto Quotidiano riguardo all’indagine che lo riguarda aperta a Macerata. “Ancora una volta Il Fatto mente, utilizzando informazioni riservate e del tutto ignote a me e al mio avvocato. Io non ho ricevuto nessun avviso d’indagine. Né saprei come essere indagato di un furto che non ho commesso”, sostiene il sottosegretario alla Cultura. “Da questa notizia risulta una palese violazione del segreto istruttorio, l’unico reato di cui ci sia evidenza”, dice ancora il critico d’arte e politico. “Quello che sappiamo è quanto letto sulla stampa e già questo è singolare”, afferma invece il suo avvocato Giampaolo Cicconi che assiste Sgarbi in altri procedimenti. “Ad oggi – conclude l’avvocato – non siamo in grado di commentare alcunché e se mai dovesse arrivare la notifica dalla procura, spetterà al sottosegretario Sgarbi decidere a chi affidare l’eventuale assistenza”.
Sgarbi, quindi, sostiene che l’opera in suo possesso “è in buone condizioni e con una stesura pittorica ben conservata e uniforme”. Qualunque valutazione, continua, “va fatta sull’opera di cui quella rubata è manifestamente una copia, come tutte quelle conservate in quel castello di cui nessuno si è preoccupato. Né credo sia un reato fare eseguire la fotografia di un’opera di cui tutti gli esperti hanno visto l’originale esposto a Lucca”. L’inchiesta era stata aperta a Imperia e poi girata a Macerata per competenza territoriale, visto che Sgarbi è domiciliato in un piccolo paese della Provincia dove fu sindaco negli Anni Novanta: “È una notizia che potrebbe avere un senso, se , come la legge prevede, io ne fossi a conoscenza. Ma così non è – conclude il sottosegretario – Dovrebbe infatti essere un magistrato, non un giornalista, a stabilire su cosa indagare e sulle complicità di restauratori e fotografi, accusatori improvvisati, ma che potrebbero rivelarsi complici di più gravi reati e omissioni”.
Quanto alla versione del critico, anche ieri ospite senza contraddittorio della trasmissione di Nicola Porro e l’indomani all’Aria che tira con David Parenzo, è sempre la stessa salvo il cambio in corsa di significativi “dettagli”. Già in precedenza, aveva sostenuto il che il dipinto non era stato consegnato al suo restauratore di fiducia, Gianfranco Mingardi, pochi mesi dopo il furto. Poi lo ha invece ammesso, ma dicendo che aveva fatto “un pessimo restauro” (mai contestato).
Sulla provenienza del dipinto, sostiene ancora di averlo trovato nel sottotetto della sua Villa Maidalchina acquistata nel 2000 dalla madre, poi in un’intercapendine e infine in un sottoscala. Non torna neppure la versione dichiarata nella scheda della mostra a firma di Sgarbi e del professor Ciampolini: per accreditare la presenza del dipinto nella villa cita un inventario del 1649 custodito all’archivio di Stato di Viterbo. Che effettivamente cita un “San Pietro”, ma “con l’ancilla”, vale a dire una figura femminile che non c’è nel dipinto della controversia, ma soprattutto è riferibile a una scena biblica antecedente, cioé il “giudizio di San Pietro” e non la cattura. Sgarbi ha però sostenuto che l’ancilla ben potrebbe essere il giudice che si erge dal pulpito, salvo attribuire a quella scena la prima traccia nella storia di un tribunale che rispetta il gender.
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Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Luca Attanasio, "convinto che la sua missione istituzionale non potesse prescindere dall'impegno sociale, è sempre rimasto a fianco degli ultimi, esprimendo l'ideale del diplomatico dal volto umano, nella certezza che nessuno, in qualsiasi parte del mondo, dovesse essere lasciato indietro". Lo ha affermato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ricordando in Aula l'ambasciatore Attanasio, ucciso insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo in un agguato nella Repubblica democratica del Congo il 22 febbraio di quattro anni fa.
"Oggi rendiamo omaggio alla memoria di un uomo -ha aggiunto il presidente della Camera- che ha dedicato la propria esistenza al servizio del Paese e a sostegno della cooperazione internazionale. Ma non possiamo non ricordare il coraggio e l’alto senso del dovere dimostrati dal carabiniere scelto Iacovacci che, nel tentativo di proteggere l’ambasciatore, non ha esitato a fargli da scudo con il proprio corpo. Un gesto nobile e generoso che gli è valso il conferimento alla memoria della Medaglia d’oro al valor militare e che riflette i valori più autentici che contraddistinguono le donne e gli uomini dell’Arma".
"Un ringraziamento va anche a tutto il personale civile e militare che, spesso esponendosi a pericoli estremi, svolge un ruolo cruciale nella promozione della pace e dell’assistenza alle popolazioni più vulnerabili in zone di crisi e contesti ad alto rischio. A loro esprimo la mia profonda gratitudine e riconoscenza. Ai familiari dell’ambasciatore Luca Attanasio e di Vittorio Iacovacci, oggi qui presenti, desidero rinnovare la vicinanza mia personale e della Camera dei deputati. Il loro -ha concluso Fontana- è il dolore dell’Italia intera, che non può e non deve dimenticare il sacrificio di chi l’ha servita con onore e disciplina". L'Aula ha quindi osservato un minuto di silenzio.
Kinshasa, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Karim Khan, è arrivato nella Repubblica Democratica del Congo. Lo ha comunicato il suo ufficio, mentre è in atto una recrudescenza dei combattimenti nella parte orientale del Paese. Nelle ultime settimane, l'M23, sostenuto dal Ruanda, ha conquistato due importanti città nella Repubblica Democratica del Congo orientale, rafforzando così il suo potere nella regione da quando ha ripreso le armi alla fine del 2021.
"Siamo estremamente preoccupati per i recenti sviluppi in Congo, sappiamo che la situazione è grave, soprattutto nella parte orientale", ha detto Khan ai giornalisti al suo arrivo nella capitale Kinshasa. "Il messaggio deve essere trasmesso in modo molto chiaro: nessun gruppo armato, nessuna forza armata, nessun alleato di gruppi armati o forze armate ha un assegno in bianco. Devono rispettare il diritto umanitario internazionale".
Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, l'M23 è supportato da circa 4.000 soldati ruandesi. Sin dalla sua rinascita, gli scontri tra il gruppo e le forze armate congolesi hanno provocato una crisi umanitaria in una regione flagellata da tre decenni di guerre. "Questo è il momento in cui vedremo se il diritto penale internazionale può soddisfare le richieste avanzate dal popolo della Repubblica Democratica del Congo, ovvero l'applicazione equa della legge", ha affermato Khan. "Il popolo della Rdc è prezioso quanto il popolo dell'Ucraina, il popolo di Israele o della Palestina, le ragazze o le donne dell'Afghanistan", ha aggiunto.
Khan incontrerà il presidente Felix Tshisekedi, alcuni ministri, il rappresentante nazionale del Segretario generale delle Nazioni Unite Bintou Keita, nonché le vittime del conflitto e membri della società civile. La prima indagine avviata dalla Cpi nella Repubblica Democratica del Congo risale al 2002. Da allora, il tribunale ha condannato tre persone per crimini commessi nel Paese. Nel 2023, la procura della Cpi ha inoltre avviato un'indagine sulle accuse di crimini commessi a partire da gennaio 2022 nella provincia del Nord Kivu, nella parte orientale della nazione. L'ufficio di Khan, che ha visitato il Paese nel maggio 2023, ha dichiarato all'inizio di questo mese che l'attuale situazione nella Rdc orientale "fa oggetto di un'indagine che è in corso".
Roma, 25 feb. (Adnkronos Salute) - "L'impegno di Danone per far conoscere alle persone l'importanza di un microbiota in salute nasce 35 anni fa, quando lanciammo Activia, un prodotto che ha la vocazione di migliorare il benessere intestinale di tutti gli italiani. Oggi diamo un'accelerazione a questo impegno grazie alla nuova campagna con la quale lanciamo un nuovo strumento: un questionario online molto semplice, creato su basi scientifiche e in grado di dare un risultato, una specie di assessment, sullo stato di salute del microbiota intestinale dei rispondenti". Così Yoann Steri, digital & data director di Danone Italia, in occasione dell'evento 'Innovazione e benessere: il microbiota al centro', organizzato dall'azienda, illustra l'iniziativa del questionario online validato scientificamente da Giovanni Barbara, tra i massimi esperti di microbiota, che analizza lo stato del microbiota intestinale e consente, in modo semplice, di indicare come le abitudini alimentari e, in generale, lo stile di vita influenzano lo stato del microbiota.
"Attraverso il questionario, il rispondente può avere indicazioni e risultati che gli permettono di migliorare il suo stato di salute attraverso l'analisi di diversi fattori, come lo stress, l'attività fisica, la qualità del sonno e la nutrizione, in cui Activia ha un ruolo molto importante", conclude.
Roma, 25 feb (Adnkronos) - "A due anni dalla tragedia di Cutro, parteciperò questa notte alla veglia sulla spiaggia di Steccato di Cutro e alle varie iniziative promosse dalle associazioni della società civile che ringrazio per l’impegno quotidiano". Lo dice il deputato Paolo Ciani, segretario di Democrazia solidale e vicecapogruppo del Pd-Idp, sull’anniversario della tragedia di Cutro.
"Ricordare le oltre cento persone che andavano protette e invece sono morte sulle nostre coste è un dovere, anche perché ancora devono avere giustizia; così come è un dovere denunciare le politiche sulle migrazioni messe in campo da questo governo, che osteggiano il soccorso in mare e di fatto considerano la vita dei migranti, vite di scarto", prosegue Ciani.
"Gli inutili e costosi centri in Albania sono il monumento eretto con le tasse degli italiani per mostrare questa logica. Noi vogliamo contrastare in ogni ambito la “cultura dello scarto” e non ci rassegniamo alla logica e alla narrazione del “migrante invasore”. Proponiamo l’implementazione di ingressi legali, accoglienza diffusa, investimenti sull’integrazione, corridoi umanitari per situazioni di vulnerabilità, tutela dei diritti umani. Le persone migranti non sono nemici; il dieci per cento della nostra popolazione non ha cittadinanza italiana: basta dipingerli come “il nemico'", conclude.
Londra, 25 feb. (Adnkronos) - Famiglia reale al completo per le celebrazioni del Giorno della Vittoria in Europa. Re Carlo, la regina Camilla, il principe William e la principessa Kate Middleton si riuniranno per guidare a maggio la nazione nell'80mo anniversario del VE Day. Le celebrazioni, che commemorano la fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa, sono destinate a essere un momento clou del calendario reale, con i Windsor impegnati in una serie di eventi in onore degli eroi di guerra della nazione.
L'occasione più significativa? Un omaggio ai caduti durante un servizio del Ringraziamento presso l'Abbazia di Westminster l'8 maggio. Oltre ai sovrani e al principe e alla principessa del Galles, ci saranno anche il principe Edoardo e Sophie e si prevede che la duchessa di Edimburgo renderà omaggio, insieme al primo ministro Keir Starmer, ai veterani e alle loro famiglie. Secondo The Express, re Carlo è "determinato a rendere omaggio ai nostri eroi di guerra", mentre continua la sua lotta contro il cancro. Alcune fonti hanno ipotizzato che Sua Altezza Reale potrebbe inviare un messaggio personale di ringraziamento alle forze armate della nazione.
Starmer ha definito le celebrazioni un'opportunità per "rendere orgogliosa quella generazione". Una parata di veterani si farà strada dall'Abbazia di Westminster, passando per il famoso balcone dove Winston Churchill annunciò la fine della guerra in Europa, fino alla Horse Guards Parade, dove saranno accolti da un sorvolo della Raf e delle Red Arrows. È previsto anche un concerto presso Horse Guards e re Carlo guiderà i reali anziani per le commemorazioni al Cenotafio.
Roma, 25 feb. (Adnkronos Salute) - "Abbiamo imparato a conoscere il microbiota solo negli ultimi vent'anni grazie alla metodologia nuova che possiamo applicare per identificarlo. Il microbiota è un vero e proprio organo che vive dentro di noi, soprattutto nell'intestino, ed è in grado di controllare tantissime funzioni, non solo quelle intestinali, ma anche quelle di tanti altri organi come il cervello, il cuore, il rene e il fegato". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Giovanni Barbara, professore di Gastroenterologia dell'università degli studi di Bologna e direttore dell'Uoc di Gastroenterologia ed epatologia all'Irccs policlinico Sant'Orsola di Bologna, all'evento 'Innovazione e benessere: il microbiota al centro' organizzato oggi a Milano da Danone, durante il quale sono stati presentati i risultati inediti della survey che ha indagato il rapporto tra italiani e benessere intestinale.
"Per mantenere in salute il microbiota dobbiamo prima di tutto essere attenti ad avere un'alimentazione corretta - spiega Barbara - essendo l'alimentazione uno dei principali fattori che modula il microbiota intestinale. E' importante mangiare molta frutta e verdura, alimenti di cui il nostro microbiota si nutre e grazie ai quali cresce".
Nell'illustrare i segni clinici e i campanelli d'allarme dei disturbi a cui prestare attenzione e che potrebbero derivare da una disbiosi, l'esperto ricorda che "circa il 40% della popolazione globale nel mondo soffre di almeno un disturbo gastrointestinale, che sia dello stomaco o dell'intestino. I sintomi più comuni che si correlano a un'alterazione del microbiota intestinale sono il gonfiore addominale e le alterazioni delle modalità di evacuazione. E' necessario però prestare attenzione perché - avverte Barbara - il microbiota è un organo che coinvolge tutti gli organi e tutti i tessuti, quindi a volte anche un mal di testa oppure la pressione alta possono essere i campanelli d'allarme di un'alterazione del microbiota".
Roma, 25 feb. (Adnkronos Salute) - "L'efficacia del vaccino contro l'Herpes zoster è molto alta, raggiunge l'87,7% dopo 11 anni, un dato molto importante e almeno non comune relativamente alla prevenzione vaccinale".
Lo ha detto Sara De Grazia, direttore medico area vaccini Gsk, intervendo all'incontro organizzato oggi a Roma da Gsk in occasione della Settimana della prevenzione dal Fuoco di Sant'Antonio, in programma dal 24 febbraio al 2 marzo.
E sulla formulazione del vaccino anti Herpes zoster, De Grazia ha sottolineato che si tratta di "un vaccino costituito da due componenti fondamentali: da una parte l'antigene, quindi la porzione che deriva dal virus della varicella che è in grado di stimolare il sistema immunitario e quindi dare la protezione, dall'altra il sistema adiuvante. Quest'ultimo - spiega - rappresenta la parte anche più innovativa del vaccino. Un sistema adiuvante significa un insieme di componenti che vanno a modulare, a supportare la risposta del sistema immunitario, rendendo quindi il vaccino protettivo anche nei confronti di quelle popolazioni che hanno per diversi motivi, per età, per condizioni, per patologie o per trattamenti, un sistema immunitario meno forte, meno efficace, meno in grado di rispondere appunto alla presenza di un antigene. In questo sta appunto la particolare innovatività del vaccino e l'impegno di Gsk - conclude - di sviluppare vaccini che siano sempre i più innovativi e specificamente disegnati nello sviluppo per la popolazione che più ne può beneficiare".